Chi paga il debito? Le insidie del concetto di “popolo greco”

Ugo Pagano prendendo spunto dal dibattito in corso sui benefici di cui ha effettivamente goduto il “popolo greco” attraverso la concessione del debito e il suo bail out, si interroga sul significato reale di espressioni come “debito greco” e “popolo greco”. Muovendo dall’osservazione che se esiste la mobilità delle persone il popolo che beneficia dei prestiti può non coincidere con quello su cui grava la restituzione del debito, Pagano mostra la rilevanza di questa possibilità per la vicenda greca e, più in generale, per il futuro dell’Europa.

L’”Accordo” sulla Grecia. Un colpo all’etica, un colpo all’economia

Vari autori forniscono le loro valutazioni sull’Accordo siglato il 12 luglio tra l’Eurogruppo e la Grecia in condizioni di estrema difficoltà. Di quell’Accordo vengono messe in evidenza alcune peculiarità che si riferiscono in particolare alla novità della procedura di accesso agli aiuti finanziari, al rapporto tra il suo contenuto e consolidate concezione di democrazia, alle strategie che hanno condotto alla sua approvazione e al rilievo assunto dall’esercizio del potere di contrattazione in un contesto di interazione strategica asimmetrica.

Chi si preoccupa delle disuguaglianze e chi no

FraGRa riflettono su alcuni degli argomenti di chi non si preoccupa delle disuguaglianze economiche. L’occasione è offerta da un recente editoriale di Alesina sul Corriere della Sera. Gli argomenti esaminati da FraGRa sono quello secondo cui non occorre preoccuparsi delle disuguaglianze ma solo della mobilità sociale; quello per il quale le disuguaglianze creano incentivi essenziali per il benessere sociale e infine quello, spesso implicito, che l’alternativa alle disuguaglianze correnti è un’assoluta e immeritocratica eguaglianza

Reddito vs. lavoro: una contrapposizione infondata

Il Contrappunto di Elena Granaglia è dedicato a confutare una posizione radicata nel nostro paese, e recentemente ribadita dal Presidente del Consiglio: quella secondo cui assicurare a tutti un reddito rappresenterebbe una misura inevitabilmente assistenzialistica. Le argomentazioni presentate da Granaglia fanno leva sulla natura di opportunità fondamentale che il reddito ha a prescindere dal lavoro e sulla presenza di una pluralità di complementarità fra i trasferimenti monetari e la promozione dell’occupazione.

La classe media e l’individualismo della prateria

Nadia Urbinati muove dalla considerazione che lo stato della società economica e quello della società politica sono strettamente connessi e che una classe media ampia e sicura svolge la funzione di rendere più solida la democrazia. Tuttavia, sostiene Urbinati, le forze spontanee del mercato tendono a minare la sicurezza e la stabilità della classe media e ciò potrebbe avere conseguenze negative per la democrazia. Pertanto, l’intervento pubblico di stabilizzazione dell’economia può essere considerato necessario anche per dare solidità alla democrazia

La leggenda delle disuguaglianze crescenti?

FrGRa si occupano di un recente articolo di Luca Ricolfi pubblicato sul Sole 24ore e basato su una ricerca condotta dalla Fondazione Hume, nel quale si sostiene che quella delle disuguaglianze crescenti sarebbe una leggenda. FraGRa concordano con Ricolfi che è impreciso affermare che la disuguaglianza è in crescita ovunque ma ricordano che gli studiosi del fenomeno non commettono questo errore. Inoltre essi esprimono le proprie perplessità su diverse affermazioni di Ricolfi e sul messaggio tranquillizzante rispetto alle disuguaglianze che sembrano trasmettere

Le tasse e la fuga dei ricchi

Maurizio Franzini, in un contributo già pubblicato sul Menabò, esamina la diffusa opinione secondo cui i ricchi reagiscono all’aumento delle tasse trasferendo altrove la propria residenza. Dopo avere ricordato, quali siano le conoscenze non aneddotiche di cui disponiamo sull’influenza che le tasse esercitano sulle decisioni dei ricchi di trasferirsi, Franzini si chiede se le migrazioni dei ricchi indotte da inasprimenti fiscali, anche quando avessero luogo, producono conseguenze negative come la riduzione del gettito fiscale o il rallentamento della crescita economica.

Università di serie A e studenti di serie B: avvertenze per l’uso dei ranking

Maurizio Franzini, partendo da un report dell’Economist sulla situazione delle Università nel mondo, esamina caratteristiche e funzioni delle classifiche globali delle Università. Basandosi anche su alcune evidenze prodotte dall’ Economist, Franzini teme che, per come sono oggi costruite, quelle classifiche possano penalizzare qualità della didattica e creazione di “capitale umano” e propone alcune riflessioni più generali sul ruolo che le classifiche, anche le meglio congegnate, dovrebbero avere nella definizione delle politiche universitarie.

EI Towers – Rai way: l’obiettivo è l’efficienza o la cassa?

Antonio Scialà dedica il “Contrappunto” alla recente notizia dell’Opas su Rai way lanciata da EI Towers, società del gruppo Mediaset. Dopo aver riassunto i termini della vicenda, Scialà propone una riflessione sugli effetti che avrebbe l’Opas, qualora andasse in porto, sulla struttura del mercato dei servizi televisivi, sottolineando l’urgenza di una definizione del quadro regolatorio del settore

La forza delle idee e quella degli interessi ai tempi del Crony Capitalism

Maurizio Franzini prendendo spunto dalla notizia che un ricercatore americano, sostenitore della tesi che il cambiamento climatico non esiste, ha ricevuto cospicui finanziamenti da imprese impegnate nella produzione di petrolio e carbone, propone alcune riflessioni sul rapporto tra idee e interessi. Ricordando la fiducia che Keynes e Weber avevano nella forza e nell’autonomia delle idee, Franzini si chiede se quella fiducia non rischi di essere meno giustificata nell’epoca del crony capitalism