Abbassare le tasse ai ricchi fa stare meglio i poveri? Le illusioni del trickle down

FraGRa, partendo da un’affermazione del Ministro Salvini sui benefici che la flat tax genererebbe anche per i più poveri attraverso il maggior reddito dei più ricchi, esaminano l’ipotesi che soggiace a tale affermazione, ovvero l’ effetto sgocciolamento o trickle down. Dopo una breve ricostruzione della storia dell’ipotesi, FraGRa sostengono che essa non è provata empiricamente ed è debole teoricamente; dunque, è inadeguata per giustificare la riduzione delle imposte ai più ricchi. La loro conclusione è che si potrebbero prestare più attenzione al trickle up.

Austerità espansiva: in cerca di placebo e sofismi?

Massimiliano Tancioni esamina criticamente un recente lavoro del FMI, secondo il quale, in Italia, una manovra fiscale nel complesso restrittiva, ma con maggiori investimenti in infrastrutture, genererebbe espansione economica nel medio-lungo termine. Basandosi su un modello macroeconometrico simile a quello utilizzato dagli economisti del FMI, Tancioni giunge alla conclusione che i risultati espansivi sembrano dipendere da un’ipotesi estrema, non circostanziata e piuttosto “sospetta”, sulla relazione tra produttività e investimenti in infrastrutture.

Flat tax. Alcune note da tenere a mente

Ruggero Paladini si occupa della proposta di introduzione in Italia di una flat tax. Paladini pur riconoscendo che l’Irpef come è oggi strutturata presenta diversi limiti, sostiene che la flat tax non costituisce un valido antidoto. Tra i problemi che essa pone spicca la gigantesca redistribuzione di reddito a favore del decile più elevato dei contribuenti. Paladini ritiene che sarebbe desiderabile ridurre la pressione tributaria sui redditi medio-bassi, introdurre una misura unica di spesa per i figli e aumentare l’aliquota marginale sui redditi più elevati.

I dati: un caso di mercato mancante?

Maurizio Franzini dopo aver brevemente ricordato che la possibilità dei giganti dell’economia digitale di accedere gratuitamente ai dati personali fa nascere problemi in numerosi ambiti – libertà, equità, efficienza e democrazia – illustra le possibili soluzioni, distinguendo quelle di carattere normativo da quelle ispirate a logiche di mercato. In particolare, Franzini prende in esame la proposta radicale di istituire un vero e proprio mercato dei dati, sottolineandone le potenzialità ma anche le inevitabili difficoltà di realizzazione.

La teoria economica delle pubblicazioni in economia

Gilles Saint-Paul, in un Contrappunto che pubblichiamo di nuovo, facendo uso di alcuni strumenti della teoria economica, esamina le modalità con le quali vengono selezionate le pubblicazioni scientifiche dalle riviste internazionali di economia mettendone in luce alcuni aspetti piuttosto paradossali. Saint-Paul ricorda, in particolare, che i valutatori sono ricercatori in stretta competizione con coloro che essi devono giudicare e, dunque, saranno incentivati a soppesare i costi e i benefici personali derivanti dalla loro valutazione.

Triangoli e rettangoli: teoria e mitologia della contrattazione decentrata

Fabrizio Patriarca, intervenendo nel dibattito sull’opportunità di differenziare i salari a livello territoriale, tra Nord e Sud, richiama l’attenzione su diversi problemi analitici che occorre superare per giungere alla conclusione che tale differenziazione produrrà effetti benefici per il Mezzogiorno. In ogni caso, Patriarca sostiene che anche qualora tali effetti si verifichino, è elevato il rischio che il monte salari dei lavoratori del Sud diminuisca e il beneficio sia soltanto delle imprese.

Rivoluzione open ended. Dopo il 4 marzo

Alfio Mastropaolo muovendo dalla considerazione che le elezioni sono state una disastrosa sconfitta per il Pd e non hanno premiato i dissenzienti che hanno deciso di andarsene sostiene che con la vittoria delle due formazioni più eccentriche, la Lega e M5S, l’Italia conferma di essere appieno inserita nel vasto moto di delegittimazione che ha investito le società occidentali, un moto comprensibile visto che dopo quarant’anni di politiche neoliberali, e di disuguaglianze in crescita, c’è chi seguita a fare buoni affari. Gli elettori ne hanno abbastanza e si ribellano.

La sinistra, la globalizzazione e il pensiero “liberal“

Maurizio Franzini e Francesco Vona riflettendo sull’arretramento della sinistra nei principali paesi industrializzati sostengono che occorre ripensare alcuni pilastri del pensiero liberal ai quali la sinistra, nel mondo, si è ispirata. In particolare, vanno riviste le valutazioni sugli effetti di questa globalizzazione e sulla capacità delle politiche nazionali di limitarne i costi ed occorre affrontare il problema di definire nuove regole per la globalizzazione, un problema non semplice ma preliminare al rilancio di una strategia politica della sinistra.

Comunicazione di servizio alle famiglie della provincia di Cuneo: studiare non serve

Marco Centra si occupa del recente consiglio del presidente della Confindustria della provincia di Cuneo alle famiglie: rinunciare all’istruzione superiore per i propri figli, per accrescere le loro opportunità nel mercato del lavoro. Centra sostiene, al contrario, che l’investimento in istruzione dà un rendimento nell’intero arco della vita e che, visto l’ancora elevato deficit di laureati e diplomati rispetto all’Europa, l’Italia si allontanerebbe sempre più dalla frontiera dello sviluppo tecnologico e produttivo se venisse disincentivata l’istruzione dei giovani.

Il politicamente corretto, le donne, i migranti, l’eguaglianza, i diritti e altro ancora

Francesca Rigotti riflette sul «politicamente corretto». Dopo aver esaminato le critiche di cui è stato oggetto, da destra e da sinistra, per alcuni eccessi grotteschi, Rigotti invita a non cadere nella trappola retorica della «fallacia dello spaventapasseri», cioè nel caricare le posizioni dell’avversario di caratteristiche aberranti, distorte e caricaturali, accanendosi contro queste per confutare quelle e sostiene che il problema non sono le politiche del «politicamente corretto» o del multiculturalismo ma la disuguaglianza e l’oppressione.