Nella sezione dedicata ai Focus pubblichiamo interventi diretti a presentare in modo rigoroso ma non specialistico ciò che occorre conoscere per formarsi un’opinione informata su temi largamente dibattuti ma raramente conosciuti nei loro aspetti più importanti.
Julien Sauvagnat e Fabiano Schivardi affrontano il tema del ruolo che la qualità del management ha nel determinare i risultati conseguiti dalle aziende. Partendo dall’ipotesi che l’offerta locale di dirigenti sia determinante ed esaminando i dati relativi alle imprese che perdono un dirigente per morte improvvisa, i due autori forniscono elementi per valutare in modo fondato quel ruolo.
Simone Ghislandi e Benedetta Scotti esaminano i dati sui differenziali di mortalità tra i pensionati in Italia e individuano chiare disparità nei profili di longevità in relazione all’occupazione ricoperta al momento del pensionamento. Ghislandi e Scotti richiamano l’attenzione sull’opportunità di tenere conto di tali disparità, che sono particolarmente accentuate per gli uomini, nell’adattamento del sistema previdenziale alle sfide poste dall’incremento della longevità.
Emanuela Struffolino si occupa di in-work poverty, ovvero di povertá lavorativa, che interessa circa il 12% dei lavoratori italiani, commentando i primi risultati di ricerca presentati dal team italiano del progetto Horizon 2020 – Working Yet Poor in occasione della conferenza “La povertà lavorativa in Italia”. Struffolino ricorda che il progetto analizza il fenomeno in diversi paesi europei e si sofferma sull’importanza di individuare le diverse tipologie di lavoratori particolarmente vulnerabili.
Riccardo Rinaldi ricorda che la richiesta di India e Sudafrica di sospendere i brevetti sui vaccini Covid-19 ha riaperto il dibattito fra chi vede i brevetti come il miglior sistema per garantire la ricerca scientifica privata e chi, invece, li considera un ostacolo alla produzione necessaria di cure. Rinaldi illustra le diverse argomentazioni, sostiene che la liberalizzazione dei vaccini è necessaria per affrontare l’emergenza e ritiene necessaria una riflessione sul ruolo del pubblico in questo ambito anche in una prospettiva di più lungo periodo.
Luigi Di Vetta analizza il recente rapporto dell’OCSE “Brick by Brick: building better housing policies”, dedicato alle indicazioni di policy relative ad accessibilità, inclusività e sostenibilità della prima casa. Dopo aver illustrato gli obiettivi del rapporto, Di Vetta si sofferma sui più recenti provvedimenti adottati dal governo italiano e conclude che la tematica dell’abitare, decisiva per il benessere sociale, è tornata ad essere un argomento centrale nel dibattito pubblico.
Angelantonio Viscione interviene nel dibattito sulla Modern Monetary Theory commentando il contributo recente di Bonetti e Paesani sul Menabò. Dopo aver brevemente richiamato le principali dinamiche della crisi dei debiti sovrani europei e i meccanismi di accumulazione del capitale, Viscione si chiede se la MMT colga il vero ruolo della moneta nelle economie capitalistiche e ritiene che possa essere utile far riferimento anche ad altri approcci teorici, come quello del Circuito Monetario che fu sostenuto da Augusto Graziani.
Luigi Di Cataldo presenta i primi risultati di un caso di studio sul mercato del food delivery a Catania che ha coinvolto 5 piattaforme – Glovo, Foodys, Just Eat, Social Food, Winelivery – e i riders ad esse connessi. I risultati, che si discostano da quelli raggiunti da studi analoghi, forniscono informazioni su fenomeni quali la diffusione della multi-committenza o il numero di prestazioni per clienti raggiunti senza usufruire dell’intermediazione della piattaforma e consentono di conoscere meglio le varie dimensioni della vulnerabilità dei riders.
Anna Covino-Scheidecker in relazione al rilievo che l’obiettivo della parità di genere ha nel PNRR italiano sostiene che per realizzare tale obiettivo un utile punto di riferimento è la Francia che – malgrado alcuni ritardi – occupa una posizione di leadership in questo ambito a livello europeo. A questo fine Covino-Scheidecker ricostruisce le politiche e gli strumenti legislativi introdotti in Francia negli ultimi 40 anni, sottolineando l’ampiezza degli ambiti interessati nonché il rilievo attribuito al monitoraggio dei risultati.
Alessandro Bonetti e Paolo Paesani si confrontano con la Modern Monetary Theory, una dottrina economica eterodossa che di recente è stata al centro di accesi dibattiti. Dopo avere ricordato quali siano i suoi pilastri teorici e i loro antecedenti, Bonetti e Paesani discutono il possibile legame tra limiti alla sovranità monetaria, da un lato, ed esposizione al rischio default per i paesi dell’Eurozona, dall’altro, che è il tema di cui più di recente si è molto discusso in relazione alle posizioni della Modern Monetary Theory.
Efisio Espa ricorda che il PNRR prevede un’efficace azione di monitoraggio e valutazione dei vari interventi e considera tale previsione un importante passo per il nostro Paese, nel quale le prassi valutative sono ancora troppo scisse dai processi decisionali. Resistenze nella politica (scarsa convinzione e scetticismo sulle pratiche valutative) e nell’amministrazione (prevalere di percorsi adempitivi su quelli basati sulle evidenze, scarso reclutamento di professionalità tecnico-statistiche) sono alla radice del “decollo imperfetto” della valutazione delle policies.