Nella sezione dedicata ai Focus pubblichiamo interventi diretti a presentare in modo rigoroso ma non specialistico ciò che occorre conoscere per formarsi un’opinione informata su temi largamente dibattuti ma raramente conosciuti nei loro aspetti più importanti.

Come dare il voto ai bambini

Miles Corak, in un articolo che è stato originariamente pubblicato nel 2012 sul suo blog (http://milescorak.com/) e che qui traduciamo, illustra – rielaborando l’originaria proposta del demografo Demeny -le ragioni per le quali, adottando la prospettiva dei diritti, bisognerebbe riconoscere anche ai bambini il diritto al voto. Tale diritto sarà esercitato dai loro genitori o da chi ne ha la potestà, secondo modalità da definire, ma l’effetto principale che Corak si aspetta da questo riconoscimento è che le esigenze dei bambini peseranno di più sulle scelte politiche.

Minori rom apolidi: dall’invisibilità giuridica alla cittadinanza italiana?

Elena Rozzi si occupa dei minori rom apolidi che, pur essendo figli di persone nate in Italia o residenti da noi da decenni, non sono cittadini italiani né hanno un titolo di soggiorno o un documento di identità. Rozzi descrive la drammatica situazione di questi minori ai quali sono negati i diritti – alla salute, all’istruzione e a condizioni di vita adeguate – riconosciuti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia del 1989 e auspica che la Strategia d’Inclusione dei Rom approvata dal Governo nel 2012 modifichi la situazione.

La sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea e i lavoratori a tempo determinato della scuola

Il 26 novembre 2014 la Corte di Giustizia dell’Unione europea si è pronunciata sulle cause riunite C-22/13, C-61/13, C-62/13, C-63/13, C-418/13 Raffaella Mascolo e a./Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, aventi ad oggetto la questione pregiudiziale sollevata dal Tribunale di Napoli (con ordinanze del 2, 15 e 29 gennaio 2013), e dalla Corte costituzionale (con…

Democrazia e progresso nella “società della conoscenza”: un recente saggio di Fabrizio Rufo

Lo sviluppo di un paese dipende sempre più dalla sua capacità di innovare il proprio contesto socio-economico attraverso la generazione e l’uso di nuove conoscenze. Infatti, il mondo in cui viviamo è ormai il riflesso della cosiddetta “società della conoscenza” che segna un passaggio fondamentale della civilizzazione umana rispetto alla storia della prima rivoluzione industriale.…

Oltre l’astensionismo: voto “strutturato” e voto d’opinione nelle elezioni regionali in Emilia Romagna

Fabrizio Patriarca confronta i dati delle elezioni regionali del 2014 e del 2010 in Emilia Romagna ponendo l’attenzione sulle preferenze ai singoli candidati dei vari partiti. In questo modo Patriarca distingue il “voto strutturato” – ovvero i voti di lista associati a una o più preferenze per i candidati – da quello di opinione – ovvero il voto alla sola lista, senza indicazione di preferenze – e fornisce elementi utili per comprendere l’astensionismo e per individuare le trasformazioni in atto nei vari partiti.

Rinnovare l’intervento pubblico: i nudge nell’esperienza inglese

Eugenio Levi analizza l’attività della Behavioural Insight Unit, istituita nel 2010 presso il Cabinet Office del governo inglese, diretta a suggerire innovativi interventi di policy basati sull’idea del nudge (spinta gentile), formulata da Thaler e Sunstein nel loro best- seller del 2008. Levi, dopo avere ricordato, le caratteristiche dei nudge illustra gli interventi suggeriti dalla Behavioural Insight Unit in ambiti quali la donazione degli organi, il pagamento delle multe e la ricerca del lavoro e ne valuta l’efficacia.

La crescita record della ricchezza mondiale: il rapporto 2014 del Credit Suisse

Veronica De Nisi presenta i principali dati che emergono dal 5° Rapporto sulla ricchezza mondiale recentemente pubblicato dal Credit Suisse. De Nisi, pur invitando a prendere con cautela questi dati, richiama l’attenzione sulla velocità con la quale da alcuni anni cresce lo stock di ricchezza mondiale e sulla sua fortissima concentrazione in poche mani. In particolare risulta che lo 0,7% più ricco possiede il 44% della ricchezza mentre la quota detenuta dal 70% più povero è inferiore al 3%.