Nella sezione dedicata ai Focus pubblichiamo interventi diretti a presentare in modo rigoroso ma non specialistico ciò che occorre conoscere per formarsi un’opinione informata su temi largamente dibattuti ma raramente conosciuti nei loro aspetti più importanti.
Marco Polese esamina le ragioni alla base della recente pronuncia della Corte costituzionale sull’illegittimità c.d. Robin Hood tax, diretta a colpire gli extra-profitti delle imprese del settore petrolifero ed energetico. Polese si sofferma su un aspetto peculiare della pronuncia, l’irretroattività, giustificata con l’esigenza di rispettare il pareggio di bilancio e sostiene che vi erano altri modi per impedire la restituzione delle tasse versate. Infine, sottolinea che in questo caso, come in altri recenti, la Corte sembra aver svolto un ruolo di supplenza del Parlamento
Emanuela Ghignoni si occupa del fenomeno dell’abbandono degli studi universitari, esaminando in particolare la diminuzione di quel fenomeno verificatasi di recente, durante gli anni della Grande Recessione. Ghignoni si interroga sulla cause di questa diminuzione e verifica che essa sembra dipendere non dalla minore convenienza ad abbandonare gli studi a causa della crisi, ma dalla riduzione di iscritti che provengono dalle famiglie più povere, che sono a maggior rischio di abbandono precoce degli studi
Teresa Barbieri ricorda che in molti paesi la ricchezza ereditata costituisce una quota crescente della ricchezza totale e esamina l’orientamento dei paesi occidentali rispetto all’imposta di successione. Al riguardo utilizza l’ultimo rapporto di Ernst & Young: “Worldwide Estate and Inheritance Tax Guide 2014” e rileva una tendenza generale verso la riduzione, se non l’abolizione, dell’imposta di successione con ovvie implicazioni per la trasmissione tra generazioni delle disuguaglianze nella ricchezza e nei redditi
Roberto Fantozzi analizza la classifica dei possessori di patrimoni miliardari nel mondo annualmente redatta dalla rivista americana Forbes. Dopo avere spiegato come viene costruita quella classifica, Fantozzi misura le disuguaglianze all’interno del gruppo dei miliardari mondiali e mostra che esse sono molto elevate, al punto da poter paradossalmente distinguere miliardari ricchi e miliardari poveri. Fantozzi, rifacendosi anche a una nota frase di Seneca, si chiede, un po’ ironicamente, se i miliardari poveri non possano finire per essere schiavi delle loro stesse fortune.
Marilena Giannetti attingendo al libro “The Rich. From slaves to super yachts. A 2000-year history” di John Kampfner racconta le vicende di alcuni dei ricchi più ricchi della storia da Marco Licinio Crasso a Cosimo de’ Medici, dai “robber barons” agli sceicchi degli emirati arabi. Valorizzando il contributo forse più interessante di Kampfner, Giannetti mette in luce alcuni elementi comuni a questi super-ricchi vissuti in epoche tanto lontane tra loro e in particolare il ruolo dell’intreccio tra ricchezza, potere e politica.
Claudia Pratelli analizza la DIS-COLL, l’indennità di disoccupazione rivolta a collaboratori coordinati e continuativi e a progetto introdotta con il riordino degli ammortizzatori sociali. Dopo averne descritto le caratteristiche, Pratelli ricorda che la DIS-COLL ha il pregio di rivolgersi a lavoratori in precedenza privi di tutele ma ne mette in luce anche i punti deboli che riguardano l’esclusione, difficile da comprendere, di alcune tipologie di collaboratori e la ridotta generosità delle prestazioni.
Chiara Carrozza si occupa del tema dell’elusione delle imposte da parte delle grandi imprese multinazionali. Dopo avere illustrato alcuni dati dai quali risulta che si tratta di un fenomeno esteso e in crescita e dopo aver elencato i principali fattori che possono determinarlo, Carrozza ripercorre le principali strategie di contrasto introdotte in sede Ocse e in sede di Unione Europea e offre elementi per una loro valutazione critica.
Michele Raitano si occupa della riforma degli ammortizzatori sociali e dell’introduzione della NASPI in sostituzione di ASPI e Mini-ASPI. Dopo aver descritto le principali caratteristiche di questi schemi, Raitano presenta i risultati di alcune simulazioni diretta a verificare come cambiano le tutele potenziali dei lavoratori dipendenti del settore privato. Da essi risulta che, se si tiene conto sia della durata di fruizione dei sussidi sia degli importi erogabili come prestazioni e come contribuzione figurativa, la NASPI, malgrado i suoi pregi, finirà per danneggiare alcuni potenziali disoccupati
Eleonora Romano, nella scheda già pubblicata sul n. 10 del Menabò, analizza gli indici relativi all’ Employment Protection Legislation, cioè alle regole e procedure di assunzione e licenziamento dei lavoratori nel settore privato, elaborati dall’OCSE. Dopo avere illustrato il modo in cui vengono costruiti tali indici e alcuni loro limiti, Romano mostra che il nostro paese non si caratterizza per particolari rigidità. Ad esempio, con riferimento al lavoro a tempo indeterminato l’Italia, anche per effetto della “riforma Fornero”, risulta meno rigida della Germania, anche prima del Jobs Act
Il 16 febbraio 2015 il giudice della Corte federale del Texas, Andrew Hanen, ha sospeso l’executive action per mezzo della quale il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, intendeva tutelare dal rischio di espulsione circa cinque milioni di immigrati irregolari presenti nel Paese, pronunciandosi nel caso State of Texas et al. v. United States et…