Nella sezione dedicata ai Focus pubblichiamo interventi diretti a presentare in modo rigoroso ma non specialistico ciò che occorre conoscere per formarsi un’opinione informata su temi largamente dibattuti ma raramente conosciuti nei loro aspetti più importanti.

La complessità e le Costituzioni. Commento a Termites of the States di Vito Tanzi

Chiara Goretti commenta le pagine di Termites of the State di Vito Tanzi dedicate alla qualità delle istituzioni e alle Costituzioni. Goretti arricchisce, facendo riferimento al processo legislativo in Italia, l’analisi delle conseguenze della complessità del contesto economico sulle scelte pubbliche; si chiede se formulazioni più dettagliate delle Costituzioni possano favorire l’efficace applicazione dei loro principi e, infine, invita a riflettere sul rapporto tra dettato costituzionale e sensibilità collettiva, considerando emblematica la vicenda dell’art. 81.

Organizzare i dati e le infrastrutture digitali come beni comuni: una proposta dalla Gran Bretagna

Iacopo Gronchi illustra un discussion paper recentemente pubblicato in Gran Bretagna dall’IPPR che contiene proposte innovative sull’opportunità di regolamentare le piatteforme digitali e sulle modalità attraverso le quali realizzare tale regolamentazione. Come chiarisce Gronchi la proposta si basa sull’idea che per far fronte agli effetti negativi – sociali, economici e politici – dalle c.d. piattaforme “universali” (Facebook, Alphabet, Amazon, Apple) occorra concepire i big data e le infrastrutture digitali come “beni collettivi”, per la cui tutela sono necessarie istituzioni dedicate.

I porti siciliani: approdo dei migranti, ma soprattutto infrastrutture del commercio internazionale

Rama Dasi Mariani e Federico Nastasi si occupano dei porti della Sicilia, che sono il principale punto d’approdo dei migranti e che il Ministro dell’Interno ha dichiarato di voler chiudere, dal punto di vista del loro ruolo come luoghi di transito della gran parte dell’interscambio commerciale dell’Isola. In questa prospettiva, secondo i due autori, quei porti possono contribuire a rendere il Mediterraneo idoneo per costruire una convivenza pacifica e prosperosa e a favorire lo sviluppo economico della Sicilia.

Quali politiche per la mobilità sociale? Le proposte dell’OCSE

Michele Bavaro si occupa del recente Rapporto dell’OCSE sulla mobilità sociale: “A Broken Social Elevator? How to Promote Social Mobility”. Dopo aver ricordato i principali contenuti del Rapporto, Bavaro si concentra sull’ultimo capitolo riguardante le politiche dirette ad accrescere la mobilità sociale ed esamina brevemente le numerose politiche proposte che comprendono interventi su istruzione, famiglia, lavoro, redistribuzione, pianificazione urbana e casa. Bavaro conclude notando la mancanza di riferimenti alle politiche industriali, pur influenti sulla mobilità sociale.

Valutare le riforme con la felicità

Vincenzo Carrieri e Edoardo Di Porto prendono spunto da una dichiarazione del Ministro Di Maio secondo cui la felicità dovrebbe essere il criterio più importante per la valutazione delle politiche pubbliche e, sintetizzando i principali risultati della happiness economics, si chiedono se l’attuazione di alcuni punti chiave del contratto di governo sia in grado di rendere effettivamente i cittadini più felici e se la valutazione delle riforme possa basarsi esclusivamente sugli indicatori di benessere soggettivo e non anche su quelli economici più tradizionali.

Le super-retribuzioni dei manager: quali meriti? cosa fare? Il caso del Regno Unito

Luke Hildyard esamina i problemi posti dalle super-retribuzioni dei manager riferendosi in modo specifico al Regno Unito. Hildyard ricorda la forte crescita di quelle retribuzioni negli ultimi decenni, sostiene che essa non è giustificata da corrispondenti performance positive delle imprese, mostra quale impatto sulle disuguaglianze potrebbe avere il contenimento di quelle super-retribuzioni ed elenca alcune possibili misure di contrasto sostenendo che è urgente intervenire anche per frenare il forte malumore sociale che può avere influenzato anche la Brexit.

Le misurazioni dell’aspetto sociale nell’impact investing e le possibili applicazioni di tecnologie blockchain

Simone Martini illustra le caratteristiche e i problemi posti dall’impact investing, cioè da investimenti che mirano a ottenere non soltanto un rendimento finanziario ma anche un beneficio sociale e ambientale. Dopo aver ricordato i primi casi di impact investing Martini sottolinea l’importanza di disporre di criteri convincenti e condivisi per misurare il loro impatto sociale nonché le difficoltà poste dalla varietà di casi da prendere in considerazione e illustra la possibilità che un aiuto venga dalle nuove tecnologie, in particolare dal blockchain.

Salario minimo e predistribuzione

Andrea Garnero si occupa di salario minimo legale che talvolta viene confuso con il reddito minimo o con il reddito di base. Si tratta del salario minimo da pagare per un’ora di lavoro, un’istituzione molto diffusa ma assente nel nostro paese, malgrado si sia spesso parlato della sua introduzione. Garnero esaminando varie esperienze illustra come potrebbe funzionare un salario minimo, quale impatto potrebbe avere in particolare su disuguaglianza e povertà e ne valuta il ruolo nell’ambito di una strategia di pre-distribuzione.

Lookingforward: ripresa, riforme bancarie, tutela del risparmio

Paolo Paesani prende spunto da una raccolta di scritti di F.D. Roosevelt, pubblicata di recente in una nuova traduzione, per riflettere sul nesso tra ripresa economica, riforma del sistema bancario e tutela del risparmio in Italia e in Europa. Paesani ricorda l’attenzione di Roosevelt per le riforme e il suo invito a coniugare realismo, ottimismo e coraggio, nel progettare riforme dirette ad accrescere il benessere collettivo, che appare particolarmente importante nel mondo di oggi, preda dell’incertezza e dell’allarmismo.

L’attuale ripartizione del Fondo povertà è equa?

Liliana Leone esamina il decreto di riparto delle risorse del “Fondo povertà” destinate al finanziamento dei servizi territoriali e il piano per gli interventi e i servizi di contrasto alla povertà approvato di recente dalla Conferenza Stato-Regioni-Enti locali. Leone analizza l’incidenza sulle risorse regionali dei 5 criteri di riparto, richiama l’attenzione su alcuni aspetti paradossali e su alcune iniquità e suggerisce, in una possibile riallocazione futura delle risorse, di eliminare un indicatore fonte di distorsioni: la quota di popolazione residente nella regione.