Nella sezione dedicata ai Focus pubblichiamo interventi diretti a presentare in modo rigoroso ma non specialistico ciò che occorre conoscere per formarsi un’opinione informata su temi largamente dibattuti ma raramente conosciuti nei loro aspetti più importanti.
Eleonora Maglia propone un’analisi degli effetti psicologici conseguenti alla crisi per Covid-19. L’autrice, dopo aver illustrato le principali conseguenze dei provvedimenti per far fronte all’emergenza sanitaria, prima, e socio-economica, poi, presenta una serie di dati su quegli effetti e ne delinea un’ideale mappa geografica e di genere. Concentrandosi sulle probabili conseguenze di più lungo termine, nella conclusione Maglia auspica interventi pubblici in grado di contrastarle.
Marco Marucci dopo aver brevemente confrontato la Cassa Depositi e Presiti con la tedesca KfW e la francese BpiFrance, illustra l’emissione da parte della CDP dei primi “COVID-19 Social Response Bonds” che finanzieranno iniziative dirette alle imprese e ai governi locali più colpiti dall’epidemia. Marucci osserva che con la costituzione del “Patrimonio Dedicato”, di cui al Decreto Rilancio, la CDP entrerà direttamente nella ricostruzione industriale e sostiene che tali misure ampliano il potenziale dell’intervento pubblico nell’economia.
Federico Bassi illustra brevemente le politiche di sostegno al reddito introdotte in Francia per fare fronte alla crisi e sottolinea che tali politiche se, da un lato, hanno attenuato le conseguenze della crisi, dall’altro, escludendo dai benefici le fasce di popolazione più deboli, non hanno impedito alle disuguaglianze pre-esistenti di aggravarsi. Anche considerando le tensioni politiche e sociali precedenti alla crisi, Bassi teme che la ripresa economica sarà lenta e vedrà un’accelerazione dei processi di riforma neoliberali del governo francese.
Gabriella Traviglia, dopo aver richiamato il quadro normativo sulle relazioni tra scuola e istituzioni culturali, sostiene che l’emergenza COVID spinge a immaginare pratiche dell’agire volte a creare un’alleanza concreta tra digitale, cultura ed educazione e che appropriarsi degli spazi fisici, facendo ad esempio scuola al museo, nonché degli spazi virtuali, sviluppando progetti digitali basati sulla cooperazione con istituzioni culturali, renderebbe i giovani consapevoli di quanto sia importante riappropriarsi della titolarità partecipata dell’eredità culturale.
Manuel Marocco dopo aver osservato che la diffusione del lavoro da remoto, per tutelare la salute, può costituire una “occasione da non perdere” per migliorare la qualità del lavoro e della vita, richiama l’attenzione su un problema che già si era manifestato: come garantire l’agibilità sindacale dinnanzi all’affermarsi del lavoro digitale (dal lavoro agile a quello tramite piattaforma, nelle sue varie manifestazioni). Marocco conclude avanzando una prima proposta a questo riguardo, basata sulla tecnologia.
Gabriele Palomba passa in rassegna le misure di sostegno al reddito per contrastare le conseguenze economiche della pandemia da Covid-19 introdotte dal Decreto “Rilancio”, che ha anche riconfermato, e in parte esteso, tutte le misure già previste dal precedente Decreto “Cura Italia”. Palomba sottolinea come si tratti di un decreto senza precedenti per l’entità delle risorse stanziate, ma formula anche alcuni rilievi critici sui contenuti e sulle tempistiche del Decreto.
Carmen Aina, Massimiliano Bratti e Enrico Lippo discutono di diseguaglianze educative e, dopo aver descritto il portale Eduscopio, che consente di confrontare i vari istituti scolastici sulla base delle performance universitarie dei loro studenti, mostrano come l’influenza della scuola frequentata alle superiori persista nel tempo. Gli autori sottolineano che ridurre le carenze informative delle famiglie nella scelta dell’indirizzo scolastico potrebbe contribuire a attenuare la persistenza intergenerazionale dei livelli di istruzione.
Claudia Valenti riflette sull’istituto dello stage in Italia e analizza il suo funzionamento all’interno del mondo del lavoro giovanile. Partendo dai disagi che sono derivati ai tirocinanti dalla crisi del Coronavirus, Valenti documenta le disuguaglianze territoriali che esistono nella gestione degli stage e sottolinea il graduale deterioramento di questo genere di contratto, nato come momento di formazione e avviamento al lavoro, ma trasformatosi negli anni in un surrogato del lavoro sottopagato.
Stefano Di Bucchianico ricorda che le politiche di austerità fiscale possono peggiorare e non migliorare il rapporto debito/Pil e richiama le condizioni in presenza delle quali ciò può avvenire. Di Bucchianico sostiene, quindi, che la crisi originata dalla pandemia avrà l’effetto di creare quelle condizioni in un gran numero di paesi e da ciò trae la conclusione che politiche di austerità fiscale dovranno essere evitate non soltanto nell’immediato ma anche su un più lungo orizzonte temporale.
Rosa Melfi analizza l’impatto redistributivo sui redditi delle pensioni pubbliche concentrandosi su quattro paesi: Stati Uniti, Svezia, Germania e Brasile. Incrociando i dati sui redditi del Luxembourg Income Study (LIS), riferiti a lunghi intervalli temporali, con quelli dell’OCSE sulla spesa per pensioni, Melfi mostra come, pur con alcune differenze, in tutti i paesi considerati i sistemi pensionistici hanno contribuito ad attenuare la disuguaglianza dei redditi che si genera nei mercati.