Nella sezione dedicata ai Focus pubblichiamo interventi diretti a presentare in modo rigoroso ma non specialistico ciò che occorre conoscere per formarsi un’opinione informata su temi largamente dibattuti ma raramente conosciuti nei loro aspetti più importanti.
Alessandra Cataldi, Mattia De Crescenzo e Germana Di Domenico illustrano gli aspetti principali della proposta di Direttiva per la definizione di un quadro comune europeo sul salario minimo sottolineando che la proposta non contiene misure che hanno un’incidenza diretta sul livello delle retribuzioni, ma mira a stimolare la contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari, soprattutto laddove essa non raggiunga almeno il 70% dei lavoratori, favorendo, in tal modo, condizioni lavorative e di vita dignitose.
Andrea Di Filippo presenta i risultati di una microsimulazione, condotta col modello EUROMOD, degli effetti che potrebbe avere sulla povertà e la disuguaglianza l’introduzione di un salario minimo legale in Italia. Secondo tali risultati gli indicatori di povertà e disuguaglianza nei redditi registrerebbero un miglioramento per effetto del salario minimo legale, ma si tratterebbe di un miglioramento contenuto e ciò segnala che povertà e diseguaglianza sono molto influenzate da fattori diversi dalla remunerazione oraria.
Elena Granaglia porta l’attenzione su un importante contributo fornito dal recente libro di Chiara Saraceno, David Benassi e Enrica Morlicchio, Poverty in Italy. Features and Drivers in a European Perspective (Policy Press, 2020) ossia sulla necessità di adottare un approccio strutturale al contrasto della povertà. Questa prospettiva richiede di occuparsi dei processi sociali che generano la povertà, prestando attenzione al ruolo del mercato, della ripartizione delle responsabilità fra la collettività e la famiglia, delle divisioni di genere del lavoro e delle norme sociali.
Claudio Treves sostiene che i Diari di Bruno Trentin relativi agli anni 1995-2006 (recentemente pubblicati) siano una straordinaria occasione per riflettere sul difficile rapporto tra libertà ed eguaglianza nel pensiero del movimento operaio, soprattutto ora che si discute del futuro del Paese. Da un’idea di autonomia progettuale fondata sul riconoscimento della libertà cosciente delle persone i soggetti collettivi potrebbero elaborare una strategia dei diritti come valorizzazione, qui ed ora, delle potenzialità della persona che lavora.
Il 22 dicembre scorso un grande economista, Domenico Mario Nuti, tristemente, se n’è andato. La redazione del Menabò, con cui Nuti ha collaborato, gli rende un commosso omaggio attraverso i ricordi di tre suoi membri – Maurizio Franzini, Rama Dasi Mariani e Paolo Paesani – che hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo in varie epoche e in vari ruoli.
Salvatore Perri e Riccardo Zolea danno conto della nascita dell’Italian Post-Keynesian Network (IPKN), una rete di studiosi Post-Keynesiani collegata alla più ampia comunità della Post Keynesian Economic Society (PKES). La rete si propone di aprire uno spazio di confronto aperto a quanti, studiosi e studenti, non si riconoscono nell’economia mainstream e di contribuire anche attraverso il rinnovamento delle teorie “eterodosse” e la competizione delle idee a migliorare la qualità della ricerca scientifica e ad ampliare il panorama dei “mondi possibili”.
Gianluca La Malfa esamina l’impatto che la pandemia sta avendo sul mondo del volontariato italiano e sottolinea che i problemi di sostenibilità e di sopravvivenza riguardano anche questo attore socio-economico ampiamente conosciuto ma non sempre adeguatamente considerato. Basandosi su un suo recente lavoro di ricerca, La Malfa si chiede, in particolare, se i meccanismi delle piattaforme basate sui sistemi di sharing economy possono contribuire a rilanciare e innovare l’attività del volontariato.
Armanda Cetrulo, Dario Guarascio e Maria Enrica Virgillito, in un articolo che ripubblichiamo, analizzano gli effetti differenziati che la pandemia sta avendo sulla forza lavoro, concentrandosi in particolare sulla diversa distribuzione dei rischi di natura occupazionale, reddituale e sanitaria nonché sulla diversa possibilità, per le varie professioni, di accedere al lavoro da remoto. Gli autori mettono anche in risalto l’intreccio che sussiste tra eterogeneità occupazionale e dimensione di genere.
Luca Di Salvatore esamina l’impatto del Covid-19 sulla strategia nazionale per le aree interne (SNAI). Dopo aver illustrato il dibattito sulle aree interne sorto nel mezzo dell’emergenza coronavirus, Di Salvatore si sofferma sulle azioni da intraprendere e sulle strategie da adottare per rigenerare i territori marginali e periferici del nostro Paese, affinché questi ultimi possano proporsi concretamente quali luoghi in cui rifugiarsi in epoca di “distanziamento sociale” e in cui progettare una vita futura.
Gabriele Palomba analizza la proposta di fissare un tetto alle retribuzioni avanzata dal think tank inglese Autonomy. La proposta, riferita al Regno Unito, è corredata dal calcolo dell’impatto che si avrebbe sulla disuguaglianza ipotizzando livelli diversi per il tetto e assumendo che le conseguenti minori retribuzioni dei percettori dei redditi da lavoro più ricchi siano attribuite ai più poveri. Palomba presenta queste varie ipotesi e pone il problema della realizzabilità di una simile politica che ha comunque il pregio di richiamare l’attenzione sulla necessità di politiche pre-distributive.