“Il Mercato e l’Università (orgogliosamente) pubblica”: un commento all’articolo di L. Marattin

Marco Valente discute l’articolo pubblicato da Marattin sullo scorso numero del Menabò nel quale si proponeva l’uscita dell’Università dalla Pubblica Amministrazione per migliorarne l’efficienza e per ridurre il potere accademico. Valente contesta il fondamento teorico della proposta, sostenendo, in particolare, che l’ipotesi di superiorità del mercato nel caso dei servizi offerti dalle università non è giustificata dalla teoria. Inoltre, egli avanza proposte alternative che considera più pragmatiche e in grado di assicurare gli stessi obiettivi.

L’accordo UE-Turchia: dal burden-sharing al responsibility-shifting in materia migratoria

Daniela Vitiello illustra i tratti salienti del “deal” UE-Turchia sull’immigrazione così come è venuto strutturandosi, passandone in rassegna le principali criticità in relazione tanto alla forma prescelta, quanto al contenuto e agli obiettivi. Secondo Vitiello il deal è espressione di un ritorno all’intergovernamentalismo come motore del processo di integrazione europea, epifenomeno della crisi di governance dell’Unione, che si sostanzia nella crisi dei suoi principi fondativi e si riverbera sulla sua azione esterna.

Il Mercato e l’Università (orgogliosamente) pubblica

Luigi Marattin prende spunto dal dibattito sullo stato dell’università italiana per avanzare la proposta di trasformare (anche in modo graduale e su base volontaria) gli atenei italiani in fondazioni a capitale pubblico regolate dal diritto civile piuttosto che dal diritto amministrativo. Secondo Marattin, ciò darebbe alle università italiane maggiore flessibilità decisionale, con ricadute positive sulla qualità della ricerca e della didattica, senza mettere in discussione la natura pubblica dell’ insegnamento universitario

Sei punti sulla VQR

Giuseppe Mingione esaminando criticamente il sistema di Valutazione della Qualità della Ricerca (VQR) si chiede, tra l’altro, se nella valutazione di un dipartimento universitario, sia giusto focalizzarsi sulla produttività media e non su quella effettiva e quali conseguenze ne derivino; se metodi concepiti per essere applicati a strutture possano propagarsi localmente nelle valutazioni sui singoli e se abbia senso trattare ogni settore disciplinare in base agli stessi parametri quantitativi

Risorse, valutazione e meccanismi di finanziamento dell’Università. Questioni da non confondere

Roberto Torrini osserva che il giudizio negativo sul calo drastico delle risorse destinate al sistema universitario non deve essere esteso al sistema di finanziamento e di valutazione introdotto di recente. Secondo Torrini costo standard e premialità danno trasparenza e fondamento logico ai meccanismi di finanziamento e forniscono giusti incentivi agli atenei, creando anche le condizioni per un diffuso miglioramento del sistema universitario. Perché quest’ultimo si manifesti sono, però, necessarie maggiori risorse

L’allocazione delle risorse alle università: merito, concorrenza e discrezionalità del “Principe”

Gianfranco Viesti esamina le politiche di finanziamento delle università e si chiede se siano ispirate da una “sana concorrenza” e premino il “merito”. La risposta è negativa. Secondo Viesti i criteri di allocazione delle risorse sono discutibili e discrezionali e, per vari motivi, configurano una delle peggiori politiche pubbliche degli ultimi anni. A parere di Viesti potrebbero adottarsi altri criteri basati sulle performance ma attenti alle condizioni di contesto, capaci comunque di stimolare il miglioramento delle università

Il caso USA v. Apple e il dilemma dei diritti nella società della sorveglianza

Giorgio Resta si occupa della controversia nata con l’ordine imposto ad Apple da una corte federale statunitense di predisporre un software per ‘decriptare’ i contenuti dell’iPhone di uno degli autori della strage di San Bernardino. Resta, dopo aver ricostruito la vicenda, che si può considerare un “caso” difficile, richiama le principali basi normative a sostegno delle diverse posizioni e approfondisce le questioni giuridiche sottese alla controversia, ragionando sulle possibili implicazioni del modello della ‘decriptazione coattiva’.

Ombre cinesi

Paolo Paesani prende spunto dalla forte instabilità nella quale si trova da alcune settimane la borsa cinese, seconda nel mondo per capitalizzazione, per analizzare le più generali tendenze negative dell’economia di quel grande paese. Paesani discute le cause di questo fenomeno e gli interventi adottati dalle autorità cinesi per limitarne l’impatto, sottolineando in particolare l’incertezza sulla tenuta del tasso di cambio e sul futuro dell’economia, nell’ambito di un quadro internazionale caratterizzato anch’esso da grande instabilità.

Tecnologia, politica e le biforcazioni della democrazia

Fabrizio Barca, critica la tesi del determinismo tecnologico, sostenendo che le nuove tecnologie mettono di fronte a biforcazioni. Barca traccia un parallelo tra effetti sul lavoro e sulla democrazia e sostiene che dipenderà dalle scelte politiche se la rivoluzione informatica favorirà la democrazia deliberativa o l’autoritarismo e dipenderà dalla capacità dei lavoratori di partecipare al governo dei processi se essi controlleranno soltanto il proprio lavoro. Adottando questa prospettiva Barca sottolinea l’importanza del ruolo dei sindacati e dei partiti politici.

I mercati e il cambiamento climatico: il codice economico-finanziario del COP21

Elisabetta Magnani rivolge la propria attenzione alla recente Conferenza di Parigi sul cambiamento climatico e dopo aver elencato i principali risultati raggiunti, ricorda che obiettivo della Conferenza era soprattutto quello di creare le condizioni per un effetto-valanga capace di accrescere l’efficacia dei piani nazionali di riduzione delle emissioni e sottolinea che questo effetto dipende dal coinvolgimento dei privati e, in particolare, dei mercati finanziari. Magnani si chiede se questi mercati potranno svolgere questo compito senza creare una crisi finanziaria sistemica.