I vantaggi della lungimiranza. Precauzione e terremoti

Marcello Basili e Maurizio Franzini illustrano le ragioni per le quali è razionale investire risorse per prevenire e limitare i danni dei terremoti. Dopo aver mostrato che l’entità dei costi sostenuti per la sola ricostruzione nelle zone colpite dai recenti terremoti è simile a quella necessaria per migliorare la resistenza sismica su tutto il territorio nazionale, illustrano le caratteristiche – e tutti i vantaggi – di una strategia di prevenzione imperniata su assicurazioni obbligatorie e mutui agevolati

Misurare i benefici della prevenzione da rischio sismico

Dario Guarascio si occupa delle modalità di misurazione dei benefici e costi della prevenzione dei rischi sismici e sintetizza i risultati di uno studio che, basandosi su dati ufficiali, le ha applicate al terremoto del 2009 a l’Aquila. Guarascio mostra la netta preferibilità economica della prevenzione e sostiene che procedure relativamente semplici come quelle indicate (ed implementate con dati di cui lo Stato dispone) potrebbero condurre a interventi in grado di minimizzare le conseguenze dannose dei terremoti

A che punto è la “ripresa”?

Gilberto Seravalli si interroga sulla dinamica della ripresa economica nei paesi avanzati dopo la crisi del 2008 e sostiene che, al riguardo, il termine di riferimento più appropriato, al di là di scelte spesso di convenienza, è lo scostamento rispetto alla dinamica del trend, corretto, però, per tenere conto della crisi. L’esame di questo scostamento, in particolare con riferimento all’occupazione e alle ore lavorate, mostra che in diversi paesi (tra i quali l’Italia) la ripresa è assai debole se non del tutto assente

La riforma del Senato. Il punto di vista di un economista

Bruno Bises riflette sugli effetti che, sotto il profilo economico, potrebbero conseguire alla riforma costituzionale del Senato. Tra le altre, Bises esamina le possibili ricadute sull’efficienza del processo decisionale (in termini di costi, tempi, potenziali conflitti) e sull’efficienza economica (cioè sul possibile incremento del benessere collettivo derivante dall’approvazione dei provvedimenti di legge). Bises si sofferma anche sulle funzioni di valutazione delle politiche pubbliche e delle attività delle pubbliche amministrazioni assegnate al nuovo Senato.

Il public procurement come strumento di politica industriale in tempi di crisi

Francesco Crespi e Dario Guarascio ricordano che il public procurement può incidere,agendo dal lato della domanda, sia sui livelli di attività sia sulla composizione della struttura produttiva e mostrano che mentre Usae Giappone lo hanno largamente usato in funzione anticiclica – e, specialmente gli Usa, lo hanno indirizzato verso la produzione nazionale – nell’UE gli acquisti pubblicisono diminuiti durante la crisi. Riflettendo su queste evidenze gli autori sostengono che l’UE dovrebbe fare un uso strategico del public procurement.

Il voto a Roma: dualismo centro- periferia o fine del voto interclassista? (seconda parte)

Eugenio Levi e Fabrizio Patriarca nella seconda parte della loro analisi del voto a Roma, utilizzando anche dati socio-economici e territoriali distinti per Municipio, individuano le aree della città e i gruppi sociali decisivi per i risultati dei diversi schieramenti. Esaminano, poi, i dati aggregati sulle preferenze e concludono che il bipolarismo “politico” tramonta mentre si consolida una polarizzazione “sociale” che non corrisponde all’asse destra-sinistra e che, esprimendosi direttamente nel voto, è tutt’altro che “apolitica”.

Il consumatore pigro e la concorrenza nel mercato dell’elettricità e del gas

Marcello Basili e Maurizio Franzini dopo avere ricordato che la “mano invisibile” della concorrenza per produrre esiti favorevoli al benessere sociale necessita di varie condizioni, tra le quali la razionalità e la perfetta informazione dei consumatori, si chiedono se questa condizione sia soddisfatta, e come potrebbe esserlo, nei mercati del gas e dell’elettricità dove, proprio con l’obiettivo di realizzare i vantaggi attribuiti alla concorrenza, è prevista l’eliminazione del Regime di Maggior Tutela del consumatore e la piena liberalizzazione.

Crisi finanziaria e Brexit: la lezione mancante degli economisti

Marco Valente sostiene che un concetto economico molto importante e sottovalutato è quello di esternalità, cioè degli effetti che gli scambi di mercato producono su chi non partecipa a quegli scambi. Valente sostiene che le implicazioni di questa sottovalutazione sono pervasive e da essa dipenderebbero fenomeni così diversi come la crisi finanziaria e Brexit, il cui esito si può ricondurre proprio a un calcolo dei costi e benefici dell’adesione all’Unione Europea che non tiene conto delle esternalità positive che ne deriverebbero.

Outsider, antipolitica e astensionismo: riflessioni sulle elezioni amministrative

Alfio Mastropaolo interpreta le recenti elezioni amministrative partendo dalla considerazione che i partiti convenzionali non hanno compreso che gli elettori, normalmente inerziali,possono però utilizzare le elezioni per manifestare il loro disagio. Diversamente, alcuni imprenditori politici, populisti e antipolitici, lo hanno compreso e hanno incitato gli elettori all’odio per la politica. La conclusione è che le ultime elezioni rappresentano una ribellione contro l’avarizia della politica convenzionale, più che un premio a coloro che la avversano.

La Politica Fiscale ai Tempi della “Nuova Normale”

Francesco Saraceno dopo aver ricostruito gli argomenti alla base del consenso degli scorsi decenni sul ruolo della politica monetaria e fiscale, ricorda l’impatto che esso ha avuto sulle istituzioni europee e documenta le critiche che ad esso oggi sono mosse, anche da economisti mainstream, soprattutto per le limitazioni alla discrezionalità della politica fiscale. Saraceno spiega perché tali limitazioni andrebbero rimosse e sostiene che il dibattito teorico non potrà non avere effetti sulle istituzioni dell’Unione Europea.