Dialogo sul futuro dell’Europa

Francesco Saraceno e Pietro Reichlin si confrontano su alcune questioni cruciali per il futuro dell’Unione Europea: la prospettiva dell’Unione federale; la riforma delle regole fiscali; i cambiamenti annunciati dalla BCE sulla sua strategia; l’introduzione di un salario minimo. Le domande alle quali rispondono sono le stesse che sono state loro rivolte in occasione del Dialogo del ciclo ‘A pensarci bene’ che si è tenuto a Roma lo scorso 8 dicembre.

La straordinaria attualità della ‘Nota Aggiuntiva’ di La Malfa, 60 anni dopo

Laura Pennacchi rilegge, a 60 anni di distanza, la “Nota aggiuntiva” di Ugo La Malfa. La“Nota”, con grande nettezza, denuncia la persistenza, dopo il “Miracolo Economico”, di alcuni squilibri fondamentali che ancora oggi persistono e deprimono la capacità di investimento: lo squilibrio fra domanda interna e estera; quello nei flussi di migrazione dal Sud al Nord d’Italia e quello fra la crescita smodata dei consumi individuali privati e la carenza di consumi collettivi e di beni pubblici, quali la salute e l’istruzione.

Come riformare le regole europee

Andrea Boitani e Roberto Tamborini sostengono che è necessario riformare le regole fiscali europee prima che si torni ad applicare le vecchie. Nate quando l’efficacia macroeconomica delle politiche di bilancio e gli spillover tra paesi erano sottovalutati, quelle regole sono rimaste pro-cicliche e di difficile attuazione. Boitani e Tamborini ne propongono una profonda revisione basata su tre pilastri e sottolineano che le scelte politiche spettano alle istituzioni politiche, fuori da illusori automatismi.

Sull’affollata via di Damasco

Giuseppe Celi, Dario Guarascio e Annamaria Simonazzi intervengono nel dibattitto sulla riforma delle regole fiscali europee esaminando alcune delle principali proposte recentemente formulate al riguardo. Celli, Guarascio e Simonazzi si chiedono in particolare in che misura tali proposte rappresentino una reale discontinuità rispetto all’impianto di politica economica sino ad oggi dominante nella EuroZona e sottolineano l’importanza che hanno in molti casi alcuni dettagli che restano ancora non precisati.

Più debito pubblico, meno crescita?

Philipp Heimberger riporta i risultati di una sua indagine sui moltissimi studi degli scorsi anni diretti a valutare la ben nota tesi enunciata da Reinhart e Rogoff nel 2010 secondo cui la crescita economica cade molto se il rapporto debito/PIL supera il 90%. Heimberger esamina 826 stime pubblicate su riviste scientifiche, sostiene che nel complesso non danno sostegno a quella tesi e trae conclusioni rilevanti per le politiche europee più appropriate di fronte agli elevatissimi debiti accumulati nella pandemia.

Il potere delle grandi piattaforme digitali e il caso Amazon

Andrea Coveri, Claudio Cozza e Dario Guarascio analizzano le determinanti del potere economico delle grandi piattaforme digitali, che non va inteso soltanto come potere di mercato, concentrandosi sul ‘caso Amazon’. Gli autori, basandosi su un loro più ampio lavoro, sostengono la tesi che la fonte primaria di quel potere vada individuata nella combinazione di quattro elementi: diversificazione settoriale, dominio di tecnologie chiave, frammentazione del lavoro e condizionamento dei governi.

Il capitalismo dei monopoli intellettuali: la sfida del nostro tempo

Cédric Durand e Cecilia Rikap offrono la loro interpretazione dei meccanismi che alimentano la predazione di valore e il consolidamento del potere economico da parte delle Big Tech, all’interno del capitalismo dei monopoli intellettuali. La conclusione alla quale giungono è che solo una socializzazione dei dati tali da renderli ‘beni pubblici’ può rappresentare una risposta politica all’altezza della sfida posta dal modello contemporaneo di capitalismo.

Asimmetria di potere nel XXI secolo

Grazia Ietto Gillies sostiene che le attività delle imprese multinazionali/transnazionali in generale tendono ad accrescere le asimmetrie di potere tra le grandi imprese, da un lato, e gli altri attori nel sistema economico, dall’altro. Focalizzando la sua attenzione sulle imprese con piattaforme digitali, Ietto Gillies illustra alcune delle loro peculiarità e come queste contribuiscono a favorire il diffondersi di situazioni caratterizzate da una forte asimmetria di potere tra le diverse parti coinvolte.

Amazon, il valore del lavoro e quel nesso fra logistica e finanza

Francesco S. Massimo sostiene che cruciale per lo sviluppo di Amazon è stata la capacità di coniugare finanziarizzazione e integrazione verticale e orizzontale, creando un paradigma originale che ibrida elementi del vecchio e del nuovo capitalismo. Il risultato è una struttura economica che internalizza i mercati e costruisce economie di scala estraendo valore dal lavoro e dai venditori e accumulando un potere infrastrutturale paragonabile a quello di uno stato. Questo potere apre, però, la questione della sua legittimazione.

Il capitalismo dei monopoli intellettuali

Ugo Pagano parte dalla considerazione che nel capitalismo dei monopoli intellettuali il sistema dei diritti di proprietà e l’utilizzo delle forze produttive sono molto diversi dai precedenti modelli di capitalismo dove pure il monopolio della conoscenza favoriva l’esercizio del potere. Oggi, con la sua mercificazione, la conoscenza è diventata la componente più importante del capitale delle grandi imprese con conseguenze che Pagano illustra e che rischiano di aggravare le disuguaglianze e le tendenze alla stagnazione secolare.