Se non ora quando? Per la riapertura di scuole e spazi di vita e apprendimento per tutti i bambini/e e ragazzi/e

Marco Rossi-Doria riflettendo sulla crisi educativa manifestatasi nella pandemia, sostiene che grazie a molti docenti la didattica a distanza si è trasformata in una potente esperienza di apprendimento emotivo e cognitivo per gli alunni/e, ma preoccupa che molti di questi ultimi non hanno connessioni, vivono in case sovraffollate e in povertà. Per cambiare rotta occorre puntare sulla cooperazione tra comuni, scuole, terzo settore e civismo che sta già facendo emergere proposte con i caratteri della politica per le persone e contro le inuguaglianze.

Lavoro, tempo e potere: come la crisi da Covid-19 può peggiorare il benessere delle donne

Eleonora Romano presenta alcune riflessioni sui canali attraverso cui la crisi innescata dal Covid-19 potrebbe peggiorare il benessere delle donne, considerando anche le condizioni di svantaggio preesistenti. L’analisi si concentra, in particolare, sul lavoro e la conciliazione dei tempi di vita e si conclude rivolgendo attenzione alla dimensione trasversale del potere, la cui diseguale distribuzione di genere può contribuire a peggiorare le conseguenze della crisi sul benessere dell’intera società e, in particolare, delle donne.

I delitti dei colletti bianchi ai tempi del COVID 19

Elisa Pazé, basandosi sulle tesi esposte nel suo ultimo libro Anche i ricchi rubano (Edizioni Gruppo Abele, 2020) analizza, riferendosi anche all’attuale emergenza da COVID-19, i principali crimini dei colletti bianchi, furti, truffe, ma anche omicidi, e il tormentato rapporto fra magistrati e politici, ribaltando il luogo comune che i soli delitti meritevoli di attenzione siano quelli di strada, essendo viceversa la comunità civile danneggiata soprattutto dai comportamenti dei ricchi e dei potenti.

Il lockdown e la disuguaglianza in Italia

Paolo Brunori, Maria Luisa Maitino, Letizia Ravagli, Nicola Sciclone presentano delle simulazioni su come si stia modificando la distribuzione dei redditi in Italia a causa del lockdown e degli interventi del Governo e degli effetti attesi da alcune proposte di riforma del welfare avanzate in questi giorni. Gli autori rilevano, altresì, che gli interventi del Governo hanno contribuito a limitare l’aggravarsi della disuguaglianza per effetto del lockdown e che gli effetti redistributivi possono essere rafforzati da ulteriori interventi.

La pandemia non è uguale per tutti. COVID19 e disuguaglianze

Maurizio Franzini presenta alcune riflessioni sui complessi rapporti tra COVID19 e disuguaglianze economiche. Dopo aver ricordato che i più poveri sono, per diverse ragioni, esposti a rischi sanitari e economici maggiori, Franzini si interroga sugli effetti che la pandemia potrà avere sulla disuguaglianza futura e sostiene che, diversamente da altre storiche pandemie, quella in corso rischia di aggravare, attraverso vari meccanismi, le disuguaglianze, come è anche avvenuto in occasione di recenti disastri naturali.

Buone notizie dal fronte americano

Paolo Paesani, prendendo spunto da un articolo di Dani Rodrik e da alcuni lavori recenti di Sam Bowles, Wendy Carlin e Luigi Zingales, riflette sull´attenzione crescente che gli economisti mostrano verso l´esigenza di ripensare i paradigmi economici di base. In particolare, Paesani sottolinea come da questi lavori emerga l´esigenza di portare i temi del potere e delle norme sociali al centro della teoria economica, tenendo altresì conto di fattori storici, sociologici e politici.

Meritocrazia, merito e disuguaglianze

Elena Granaglia valuta criticamente la tesi contro-corrente di recente espressa da Daniel Markovits in The Meritocratic Trap. Markovits sostiene che la meritocrazia è mera mistificazione e costituisce oggi il nemico da battere; in particolare, la sua tesi è che la meritocrazia avrebbe effetti negativi non solo sui ceti medi oggi perdenti, ma anche sulle élite vincenti. Granaglia sostiene che Markovits sottovaluta l’importanza delle regole del gioco con conseguenze per la valutazione che il merito ha nel determinare disuguaglianze inaccettabili.

Un’anatomia della struttura occupazionale italiana

Armanda Cetrulo, Dario Guarascio e Maria Enrica Virgillito esplorano empiricamente le caratteristiche della struttura occupazionale italiana alla ricerca dei fattori profondi in grado di spiegare la composizione e l’ordinamento gerarchico delle professioni e trovano che il potere risulta concentrato nelle mani di un ristretto gruppo di professioni, che la conoscenza è eterogeneamente distribuita (e spesso sconnessa dal potere) ed che è scarsa la diffusione delle competenze digitali e delle pratiche organizzative di tipo orizzontale.

Conviene vivere in città? I salari reali tra contrattazione collettiva e costo della vita

Marianna Belloc, Paolo Naticchioni e Claudia Vittori espongono i risultati di una loro indagine sui differenziali nei salari reali tra città e aree periferiche che prende le mosse dalla considerazione che in Italia la contrattazione collettiva nazionale, molto diffusa, tende a rendere omogenei i salari nominali sul territorio mentre il costo della vita è molto variabile ed appare decisamente più elevato nei centri urbani. La loro principale conclusione è che lavorare nelle città può comportare una penalizzazione salariale in termini reali.

Morire di disperazione. L’ingiustizia sociale nella sua forma estrema

Maurizio Franzini si occupa delle morti per disperazione (Deaths of Despair) negli Stati Uniti sulle quali hanno richiamato l’attenzione Ann Case e il premio Nobel Angus Deaton. Prendendo spunto da un panel sul tema tenutosi nella recente conferenza annuale dell’American Economic Association, Franzini illustra le caratteristiche e le dimensioni di quel drammatico fenomeno e riflette sulle sue possibili cause, economiche e sociali, nonché sull’efficacia di alcuni tradizionali rimedi economici.