C’era una volta la “Meglio Gioventù”…

Paolo Naticchioni, Michele Raitano e Claudia Vittori confrontano tre generazioni di lavoratori nati fra il 1965 e il 1979 e mostrano come la dinamica dei salari di inizio carriera, in Italia, abbia conosciuto uno scivolamento verso il basso nel passaggio da una generazione all’altra. In particolare, gli attuali 35-39enni hanno subito, rispetto alle due coorti precedenti, una marcata perdita di salario all’entrata in attività, non recuperata negli anni successivi. Particolarmente grave è che i più penalizzati siano stati i giovani laureati, la presunta “meglio gioventù”.

La compressione dei salari reali nel Regno Unito e cosa fare per fermarla

Paul Gregg e Marina Fernandez-Salgado analizzano il mercato del lavoro nel Regno Unito illustrandone aspetti che contrastano con l’idea, piuttosto diffusa in Italia, che l’economia britannica attraversi una fase di prosperità. In particolare, nell’attuale recessione, diversamente dalle precedenti, l’occupazione è caduta poco ma più diffusa è stata la riduzione dei salari reali – e talvolta anche di quelli nominali. Gli autori auspicano una ripresa della produttività che, invertendo le tendenze degli ultimi anni, permetta di accrescere i salari medi e bassi.

Le retribuzioni nel pubblico impiego: super-redditi o disuguaglianze pervasive?

Michele Raitano torna sul tema delle retribuzioni nel pubblico impiego e mostra come l’anomalia italiana, rispetto ai paesi dell’area OCSE, consista non soltanto nelle alte retribuzioni di chi si trova al vertice della piramide ma anche nelle basse retribuzioni di chi si trova alla base di quella stessa piramide. Pertanto, se l’obiettivo fosse di ristabilire l’equità distributiva, e non invece soltanto quello di ridurre la spesa pubblica, la politica non dovrebbe consistere soltanto nell’imporre tetti.