Povertà transitoria e persistente: un’analisi delle disparità territoriali in Italia

Chiara Mussida e Dario Sciulli discutono dei differenziali territoriali di povertà in Italia utilizzando diversi indicatori enfatizzando l’importanza di distinguere tra povertà transitoria e povertà persistente. E’ noto che la povertà è maggiormente diffusa nelle regioni del Sud del nostro paese; forse meno noto è che in quelle stesse regioni la povertà si caratterizza anche per un maggior grado di persistenza, che finisce con l’aggravare i divari territoriali. Mussida e Sciulli mettono in luce questo aspetto e ritengono che esso renda necessari interventi mirati per le regioni meridionali.

La classe media in Italia: cosa sappiamo?

Francesco Bloise, Maurizio Franzini, Michele Raitano e Francesca Subioli presentano i principali risultati di una loro ricerca su estensione e caratteristiche, in anni recenti, della classe media in Italia e in alcuni paesi europei. Dopo aver chiarito la definizione di classe media adottata gli autori mostrano come sono variate la sua consistenza e la sua distanza dalla classe alta e da quella bassa e quale sia stata la mobilità in entrata e in uscita dalla classe media, della quale sottolineano l’importanza.

La povertà energetica in Italia: rincari energetici e scenari futuri

Massimo Aprea si occupa di povertà energetica in Italia. Dopo aver presentato l’indicatore recentemente adottato dal Governo, presenta i risultati di una simulazione sulle conseguenze dei rincari del 2021 e di quelli previsti per il 2022 sulla povertà energetica e sulla quota di Reddito di Cittadinanza assorbita dalla spesa energetica delle famiglie. I principali risultati sono che l’incidenza della povertà energetica è molto sensibile al prezzo dei beni e servizi energetici e la spesa energetica assorbe una quota rilevante del RdC.

Prezzi dei beni energetici, inflazione inattesa e salari *

Francesco D’Amuri ricorda che, sospinta dai beni energetici (+46 %), l’inflazione ha raggiunto il 6% annuo, come non accadeva dal 1991, e che da 10 anni le retribuzioni nominali crescono nel settore privato più dell’inflazione, anche tenendo conto della componente energetica importata, che è un parametro di riferimento per i rinnovi contrattuali. D’Amuri sostiene che la politica fiscale può attenuare l’impatto della vampata dei prezzi dell’energia su quelli interni e sui salari reali e può compensare le famiglie più colpite, che sono le più povere.

L’economia europea ai tempi della crisi Ucraina. Inflazione, politica monetaria e transizione ecologica

Sebastiano Nerozzi e Giorgio Ricchiuti discutono gli scenari che si aprono in seguito alla ripresa dell’inflazione negli Stati Uniti e in Europa, soffermandosi sulle politiche da adottare per fare fronte a questo fenomeno. Nerozzi e Ricchiuti analizzano in particolare le risposte di politica monetaria anche dal punto di vista delle ricadute sulla crisi energetica e sottolineano l’importanza di legare la risposta all’inflazione all’accelerazione della transizione ecologica, puntando sullo sviluppo delle comunità energetiche.

Rischi derivanti da una contrattazione collettiva neutra. Energia, crisi e lavoro

Michele Faioli sostiene che per far sì che le dinamiche retributive siano più allineate con il costo della vita occorre superare l’insufficiente articolazione tra livelli contrattuali, che ormai da troppo tempo e in molti settori va a scapito del livello decentrato. Dopo aver considerato la rilevanza di questioni come il salario minimo, il collegamento tra produttività e salari, il riordino degli inquadramenti professionali, Faioli sostiene che è il momento di rafforzare in tali materie le funzioni negoziali delle rappresentanze dei lavoratori a livello aziendale.

Disuguaglianza, Democrazia e Globalizzazione

Michele Alacevich e Anna Soci, riprendendo i temi trattati nel loro libro, Breve storia della disuguaglianza, si concentrano su due tra i vari problemi connessi alla disuguaglianza: la sfida alla democrazia e gli squilibri globali messi in atto dalla disuguaglianza economica. I due autori sostengono che la riflessione sulla democrazia è fondamentale per capire le dinamiche della disuguaglianza interna alle nazioni, così come l’analisi degli squilibri globali è cruciale per comprendere le forme della disuguaglianza internazionale.

Le disuguaglianze che dividono il mondo e come ridurle

Eugenio Occorsio e Stefano Scarpetta sintetizzano i principali contenuti del loro recente libro “Un mondo diviso. Come l’Occidente ha perso crescita e coesione” (Laterza, 2022). I due autori presentano i dati sulle disuguaglianze di reddito e di ricchezza nei paesi Ocse e sottolineano il legame tra queste disuguaglianze e la mobilità sociale, nonché il loro impatto sulla classe media desumendone che occorrono non solo politiche redistributive ma anche con politiche per l’accesso a istruzione, salute e lavoro.

La lotta alla povertà in Europa: cause, evoluzione, politiche e obiettivi mancati

Chiara Mussida e Dario Sciulli richiamano l’attenzione su due fenomeni che hanno inciso sulla povertà in Europa nel periodo pre-pandemico: i) l’eredità della Grande Recessione che ha aggravato, e reso più persistente, la povertà aumentando la polarizzazione e impedendo di centrare gli obiettivi della Strategia Europa 2020; ii) l’aggravarsi del rischio di povertà delle famiglie con redditi medi alla nascita di un figlio. In entrambi i casi occorre intervenire, in particolare con politiche della famiglia.