La casa, il benessere e le disuguaglianze

Francesco Farina e Maurizio Franzini, in un articolo basato sulle loro Introduzione e Conclusioni al volume “La casa, il benessere e le disuguaglianze” (Egea, 2015), illustrano le molteplici relazioni che legano l’abitazione al benessere individuale e familiare nonché il suo impatto sulla distribuzione di questo benessere. Farina e Franzini sottolineano l’importanza di un approccio multidimensionale al benessere nell’analisi del ruolo della casa anche per individuare le politiche abitative più idonee ad assicurare la coesione sociale.

Spesa effettiva o fitto imputato? La non neutralità del modo di tenere conto della casa nelle analisi distributive

Michele Raitano confronta i diversi metodi utilizzati per includere l’abitazione di residenza nella valutazione del benessere economico individuale. Raitano, illustrando i risultati di un’analisi empirica riferita all’Italia, mostra come il metodo prescelto incida sensibilmente non soltanto sul valore degli indici di diseguaglianza e povertà ma anche sulla posizione occupata da individui e famiglie nella scala distributiva, con rilevanti conseguenze per l’individuazione dei potenziali contribuenti e beneficiari delle politiche redistributive.

Il prestito vitalizio ipotecario e la povertà degli anziani

Massimo Baldini e Luca Beltrametti si occupano del prestito vitalizio ipotecario e della sua capacità di sostenere le condizioni di vita delle famiglie di anziani che possiedono l’abitazione di residenza ma hanno un reddito basso. I due autori, dopo avere illustrato la misura, mostrano che in Italia è piuttosto elevato il numero di nuclei “house rich” ma “cash poor”, sostengono che la domanda latente per questo strumento potrebbe crescere e stimano l’impatto che potrebbe avere sulla povertà un ricorso generalizzato al prestito da parte degli anziani.

Il titolo di godimento dell’abitazione: non solo una questione di reddito

Elisabetta Croci Angelini si occupa delle variabili da cui dipende nei paesi europei la scelta tra acquistare e prendere in affitto l’abitazione. Dalla sua analisi econometrica emerge, tra l’altro, l’importanza di numerose variabili relative al contesto socio-economico e la maggiore diffusione della proprietà nei paesi a reddito pro-capite più basso. Rilevante è anche il minore grado di soddisfazione dei proprietari di casa. Croci Angelini collega questi risultati ai diversi regimi di Welfare e prevede un ruolo crescente della casa nei futuri sistemi di Welfare.

Zuckerberg e i nuovi orizzonti del filantrocapitalismo

Cristina Duranti si occupa dell’iniziativa filantropica di Zuckerberg-Chan accolta in generale molto positivamente per l’entità della donazione e la giovane età dei due filantropi. Analizzando approfonditamente le caratteristiche di questa iniziativa, che ha pochi precedenti, Duranti si interroga sull’impatto che questa nuova forma di filantrocapitalismo potrà avere sulla politica, sul settore nonprofit americano e globale, e sulla capacità dei sistemi democratici di influire sulla redistribuzione dei redditi e delle ricchezze.

L’università nella legge di stabilità: si cambia direzione?

Francesco Sinopoli si occupa dell’università italiana e, dopo aver riportato i dati sul calo degli studenti e del personale docente e amministrativo, discute le scelte di policy degli ultimi anni. Sinopoli sostiene che il DDL di stabilità, pur destinando risorse (modeste) ad alcune componenti del sistema, si inserisce nel solco di quelle scelte e non rappresenta un’inversione di tendenza. In particolare, esso non prevede quegli investimenti crescenti nell’università e nella ricerca di cui necessiterebbe il sistema economico-sociale italiano.

La Questione Meridionale come questione sociale. A proposito del libro di Salvatore Lupo

Emanuele Felice commenta l’ultimo libro di Salvatore Lupo che offre una rilettura originale della questione meridionale e del pensiero dei meridionalisti classici, nel periodo tra l’Unità d’Italia ed il fascismo. Secondo Felice la narrazione storica di Lupo è coerente con le più recenti stime dei divari regionali e la sua critica delle tesi di Banfield e Putnam è convincente, tuttavia per meglio comprendere la vicenda del Mezzogiorno sono utili i recenti lavori degli economisti dello sviluppo e degli storici economici internazionali, che Lupo trascura.

Le conseguenze territoriali dell’austerità disuguale

Gianfranco Viesti dopo avere ricordato che l’austerità non è uguale per tutti si sofferma sugli effetti che le politiche pubbliche hanno avuto sulle diverse aree del paese. Sulla base principalmente di un’analisi dei dati relativi al “residuo fiscale” Viesti sostiene che l’austerità ha colpito in modo particolare l’area più debole del paese e cioè il Mezzogiorno. Sulla base di questi risultati Viesti invita a una rinnovata riflessione sulle conseguenze anche di lungo periodo delle scelte di politica economica.

In saecula saeculorum: la mobilità intergenerazionale nel lunghissimo periodo

Guglielmo Barone e Sauro Mocetti, basandosi su un loro più ampio studio, criticano una delle conclusioni degli studi sulla mobilità intergenerazionale e cioè che la correlazione tra ascendenti e discendenti tende a svanire con il passare delle generazioni anche se è positiva tra genitori e figli. Essi, infatti, documentano la sorprendente esistenza di tracce di ereditarietà socioeconomica tra i contribuenti di Firenze e i loro antenati del ‘400 e sostengono che ciò rende necessaria una nuova riflessione sui meccanismi della trasmissione intergenerazionale.

I governi son tutti uguali? Ciclo politico e tax compliance in Italia fra il 1996 e il 2005

Fantozzi e Raitano indagano le determinanti della tax compliance dei contribuenti italiani e, concentrandosi sul periodo 1996-2005, l’unico nella storia della Repubblica italiana caratterizzato da un effettivo ciclo politico, verificano l’effetto sulla tax compliance generato dal passaggio di Governo dal centro-sinistra al centro-destra, che si caratterizzava per un atteggiamento meno aggressivo nel contrasto all’evasione. Gli autori rilevano una significativa riduzione del reddito dichiarato dagli autonomi negli anni di governo della coalizione di centro-destra.