In questo numero del Menabò Duranti si occupa della filantropia di Zuckerberg, Belloc della partecipazione dei lavoratori ai risultati aziendali, Colucci dell’attualità del Rapporto Beveridge e Magnani del rapporto tra mercati e cambiamento climatico. La scheda di Giannetti e Mariani sintetizza la recente indagine di Banca d’Italia sulla situazione economica delle famiglie italiane, mentre quella di Barbieri e Bloise è dedicata a un rapporto sulla schiavitù nel mondo moderno. Tiberi dà un resoconto della “Lezione Caffè” di De Grauwe sul futuro dell’Eurozona e, infine, nel Contrappunto, Morciano ragiona sulla riforma della P.A. del governo Renzi.
Più in dettaglio, nell’articolo di apertura, Cristina Duranti si occupa dell’iniziativa filantropica di Zuckerberg-Chan accolta in generale molto positivamente per l’entità della donazione e la giovane età dei due filantropi. Analizzando approfonditamente le caratteristiche di questa iniziativa, che ha pochi precedenti, Duranti si interroga sull’impatto che questa nuova forma di filantrocapitalismo potrà avere sulla politica, sul settore nonprofit americano e globale, e sulla capacità dei sistemi democratici di influire sulla redistribuzione dei redditi e delle ricchezze.
Filippo Belloc, nel successivo articolo, esamina alcuni strumenti di partecipazione dei lavoratori ai risultati aziendali, previsti dalla Legge di Stabilità. Nelle speranze dei proponenti, tali strumenti dovrebbero incentivare l’impegno e la produttività dei lavoratori. Belloc, basandosi su un’originale analisi empirica, sostiene che l’attivazione di virtuosi meccanismi cooperativi dipende anche dalla presenza di tutele significative contro il licenziamento e conclude che, indebolendo queste ultime, il Jobs Act potrebbe avere compromesso l’efficacia di quei meccanismi.
Michele Colucci, con il suo articolo, ci riporta al dicembre del 1942 quando a Londra venne presentato il Rapporto finale della Commissione sulla riforma delle assicurazioni sociali, presieduta da William Beveridge. Colucci ricostruisce la personalità di Beveridge, ricorda l’enorme successo del suo Rapporto, che ha rappresentato una svolta storica del dibattito sullo Stato sociale e sostiene che esso conserva, pur nel mutato contesto, una perdurante attualità. La sua conclusione è un invito a non limitarsi a citarlo ma a leggerlo o rileggerlo.
L’ultimo articolo, di Elisabetta Magnani è dedicato alla recente Conferenza di Parigi sul cambiamento climatico. Dopo aver elencato i principali risultati raggiunti, Magnani ricorda che obiettivo della Conferenza era soprattutto quello di creare le condizioni per un effetto-valanga capace di accrescere l’efficacia dei piani nazionali di riduzione delle emissioni e sottolinea che questo effetto dipende dal coinvolgimento dei privati e, in particolare, dei mercati finanziari. Magnani si chiede se questi mercati potranno svolgere questo compito senza creare una crisi finanziaria sistemica.
Marilena Giannetti e Rama Dasi Mariani, nella prima Scheda, si occupano della recente indagine della Banca d’Italia sul reddito e la ricchezza degli italiani, relativa al 2014, dalla quale emerge una fotografia con chiari e scuri. Per la prima volta dal 2006, il reddito familiare non risulta in calo, ma, come sottolineano Giannetti e Mariani, nel complesso il suo livello è vicino a quello della fine degli anni ’80 e, d’altro canto, la sua distribuzione, così come quella della ricchezza, è caratterizzata da una forte disuguaglianza.
La seconda Scheda di Teresa Barbieri e Francesco Bloise è dedicata al recente Global Slavery Index, un rapporto che ci accompagna nei luoghi dove esiste ancora oggi l’orrore della schiavitù. Dopo avere ricordato quale sia la definizione di schiavitù adottata nel Rapporto, Barbieri e Bloise riportano i dati sulla sua distribuzione geografica e, soprattutto, si soffermano sulla stima contenuta nel Rapporto secondo cui gli schiavi oggi sarebbero 36 milioni illustrando alcune debolezze di tale stima sotto il profilo dell’affidabilità metodologica.
Il Resoconto di Mario Tiberi è sulle “Lezioni Federico Caffè 2015”, tenute da Paul De Grauwe, sul futuro dell’Eurozona. Tiberi ricorda le critiche di De Grauwe alle politiche di austerità, nate da un‘analisi inadeguata della recessione, troppo centrata sulla crisi dei debiti sovrani, e responsabili di molte conseguenze negative. L’alternativa è una politica fiscale espansiva, sorretta dalla piena affermazione della BCE come prestatore di ultima istanza. Tiberi conclude sottolineando la sintonia del ragionamento di De Grauwe con valutazioni presenti nei lavori di Caffè.
Infine, nel suo Contrappunto, Michele Morciano nota che anche il governo Renzi ha voluto la “propria” riforma della Pubblica Amministrazione perpetuando la convinzione che più che attuare le norme esistenti occorre produrne di nuove. Morciano si interroga poi sul vero obiettivo della riforma: rendere la PA più efficace, efficiente, trasparente ecc. o, viceversa, contenere strutturalmente la spesa pubblica attraverso una riduzione del perimetro dello stato (“uno stato semplice”) e costituire un premierato di fatto (un governo “semplice” per uno stato semplice)?
Il Menabò ritornerà il 15 gennaio. A tutti i nostri lettori i più cari auguri di Buon Natale e Buon Anno.