Dopo la pausa estiva riprendono le pubblicazioni quindicinali del Menabò di Etica e Economia.
Negli articoli contenuto in questo numero, Fantozzi e Raitano si occupano di governi e evasione fiscale; Biasco espone il suo punto di vista sulle tesi di Rodano circa gli effetti dell’uscita dall’euro; Parello e Colocci spiegano perché una variabile cruciale per le politiche europee come l’output gap non è univoca; Verashchagina indaga le cause dei cosiddetti “guadagni secondari” delle donne che lavorano. Nelle Schede, Vittori spiega come l’OCSE giunga alla conclusione che la disuguaglianza danneggia la crescita e Nocella illustra i complessi rapporti tra spesa pubblica e crescita economica. Nelle Rubriche, Di Novi fa il punto sulla riforma della sanità in Usa; Novembre dà conto della difficile situazione delle aree interne della Sicilia e De Ioanna trae implicazioni radicali dalla diffusa tesi secondo cui la crisi dell’UE è di carattere istituzionale.
Più in dettaglio, Roberto Fantozzi e Michele Raitano indagano le determinanti della tax compliance dei contribuenti italiani e, concentrandosi sul periodo 1996-2005, l’unico nella storia della Repubblica italiana caratterizzato da un effettivo ciclo politico, verificano l’effetto sulla tax compliance generato dal passaggio di Governo dal centro-sinistra al centro-destra, che si caratterizzava per un atteggiamento meno aggressivo nel contrasto all’evasione. Gli autori rilevano una significativa riduzione del reddito dichiarato dagli autonomi negli anni di governo della coalizione di centro-destra.
Salvatore Biasco, in un articolo di cui qui pubblichiamo la prima parte, esamina l’analisi di Giorgio Rodano (Menabò n. 26) sulle conseguenze dell’uscita dall’euro e sostiene che essa non tiene conto dei mercati finanziari e dei danni patrimoniali che si avrebbero, dai quali potrebbe derivare anche il crollo del sistema bancario. Inoltre, Biasco ritiene poco appropriata un’analisi statica perché non può esaminare sequenzialmente e in modo dinamico gli eventi innescati dall’uscita dall’euro che potrebbero investire anche l’economia mondiale.
Nel loro articolo, Carmelo Pierpaolo Parello e Diletta Colocci richiamano l’attenzione sull’Output Gap, la differenza tra la crescita effettivamente realizzata e quella potenziale, nella definizione dei saldi strutturali di bilancio. I due autori, in particolare, si soffermano sulle differenze tra i metodi di stima di tale grandezza correntemente utilizzati dalla Commissione europea e dall’OCSE; queste, infatti, comportano valori stimati diversi, con rilevanti implicazioni sull’aggiustamento strutturale richiesto in sede europea e sulla valutazione del rispetto del Patto di Stabilità e Crescita.
L’articolo di Alina Verashchagina riassume i risultati di un’ampia ricerca sui cosiddetti “guadagni secondari” in Europa, cioè sui redditi da lavoro apportati dalle donne al bilancio familiare e che sono di entità inferiore a quelli degli uomini. Verashchagina illustra gli effetti dei trattamenti fiscali e dei costi per la cura dei figli sulla decisione delle donne di “accontentarsi” di un “guadagno secondario” sul mercato del lavoro e sottolinea l’importanza della conoscenza di questi effetti per migliorare il disegno delle politiche dell’occupazione femminile
Nella prima Scheda, Claudia Vittori si occupa del rapporto tra disuguaglianza e crescita esaminando i risultati a cui perviene l’OCSE nel suo recente studio sulla disuguaglianza. Dopo aver ricordato qual è lo stato dell’arte, Vittori illustra l’analisi econometrica condotta dall’OCSE da cui risulta che la disuguaglianza frena la crescita. La spiegazione è che la disuguaglianza è nemica dell’accumulazione di capitale umano diversamente da quanto pensano coloro che considerano – spesso senza prove – la disuguaglianza un potente incentivo favorevole alla crescita.
Nella seconda scheda, già pubblicata in passato sul Menabò, Gianluigi Nocella, affronta una questione cruciale, spesso al centro di accesi dibattuti ma tutt’altro che semplice: l’influenza della spesa pubblica sulla crescita economica. Dopo aver ricordato i limiti di molte analisi empiriche di questa relazione, Nocella esamina attentamente alcuni dati e presenta diverse correlazioni che aiutano a comprendere l’effettiva influenza spesa pubblica sulla crescita.
Per la Rubrica “Territori Lontani”, Cinzia Di Novi si occupa dell’Affordable Care Act, la cosiddetta Obamacare, che dopo un lungo periodo di gestazione ha permesso agli Stati Uniti di realizzare una prima forma di tutela pubblica dell’assistenza sanitaria per il complesso dei cittadini. La strada per realizzare tale misura, tuttavia, continua a essere molto tormentata. Dopo una descrizione delle caratteristiche principali della riforma, Di Novi illustra le principali sfide vinte e uelle che rimangono da affrontare.
Claudio Novembre, nella Rubrica “Cronache Italiane”, documenta come le aree interne della Sicilia, non diversamente da altre aree interne del Mezzogiorno, siano sempre più schiacciate tra marginalità, intesa non solo come lontananza da servizi e funzioni vitali ma anche come carenza di opportunità di lavoro e di vita, e nuovi fenomeni migratori che interessano soprattutto giovani con buona formazione scolastica, di cui quasi la metà è donna. Novembre ricorda che il fenomeno riguarda soprattutto i comuni sotto i 5.000 abitanti e formula alcune proposte di intervento.
Infine, nel suo Contrappunto, Paolo De Ioanna parte dall’osservazione che vi è largo consenso sulla natura intimamente istituzionale della crisi in atto nella UE e sostiene che occorre indagare più a fondo sulle radici e gli sviluppi delle contraddizioni istituzionali oltre che sulla necessità di ridisegnare le linee di forza per un nuovo focus istituzionale che poggi su una graduale ma nitida revisione dei Trattati. Secondo De Ioanna aprire questo cantiere è urgente per costruire una concreta prospettiva politica fondata su un nucleo di istituti federali e sulla forza della democrazia.
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