Questo numero del Menabò è aperto da Chiara Saraceno che presenta e commenta la lettera ricevuta, dopo la partecipazione a una trasmissione televisiva, da Federica, che percepisce il Reddito di Cittadinanza e che racconta la sua storia di persona invisibile e umiliata dall’essere considerata, come in quella trasmissione, una ladra e una parassita.
Lisa Pelling illustra le preoccupanti trasformazioni della scuola in Svezia negli ultimi decenni a causa del sistema di voucher che ha permesso enormi arricchimenti agli operatori privati e indebolito scuole pubbliche e qualità dell’istruzione.
Michele Raitano esaminando i dati sui contributi accumulati da chi è entrato nel mercato del lavoro dopo il 1996 trova che molti, a causa dei bassi salari e dell’intermittenza delle carriere, sono esposti al rischio di una “pensione da fame”.
Emmanuele Pavolini esamina le prospettive delle riforme in campo educativo previste dal PNRR e indica gli ostacoli che possono impedire di realizzarle nel modo migliore, tra i quali primeggia la scarsa attenzione per ciò che chiama il software delle riforme.
Elena Granaglia elenca alcune domande alle quali occorrerebbe rispondere meglio di quanto finora sia stato fatto da parte di chi considera, diversamente da lei, la meritocrazia un ideale da raggiungere.
Michele Capriati, Matteo Deleidi e Gianfranco Viesti spiegano perché il moltiplicatore fiscale nel Sud è basso e sostengono che a causa di ciò le risorse destinate al Sud dal PNRR possono essere insufficienti per ridurre i divari territoriali.
Francesco Farina nella seconda parte del suo articolo esprime la sua valutazione positiva della proposta di istituire un’ Agenzia Europea del Debito ma indica le ragioni per le quali è comunque necessaria una nuova cornice di policy.
Lorenzo Germani e Francesca Pierini illustrano i benefici che potrebbero derivare da una effettiva inclusione di indicatori multidimensionali del benessere, alternativi al solo PIL, nel processo di decisione delle politiche da adottare.