Questo numero del Menabò si apre con il ricordo di due economisti italiani scomparsi da tempo, il cui pensiero continua ad essere fonte di ispirazione. Maurizio Franzini presenta il testo della relazione da lui tenuta alla Sapienza in occasione della commemorazione di Federico Caffè e indica, in particolare, alcune parole-chiave che lo caratterizzano come economista e come intellettuale.
Elena Granaglia a venti anni dalla sua scomparsa ricorda il prof. Franco Romani, uno dei migliori esempi di pensatore liberale che concepiva i mercati come istituzioni sociali e che era pienamente rispettoso del pluralismo delle idee.
Nel successivo articolo Mirko Sossai si occupa della legittimità delle sanzioni contro la Russia, chiarendo la natura delle diverse modalità di intervento, il ruolo dei vari attori e le divergenze tra paesi nell’interpretazione dell’ordinamento giuridico internazionale.
Francesco Farina indica i problemi che il prospettato ritorno alla normalità della politica monetaria e fiscale europee può porre al finanziamento degli investimenti necessari per la transizione ambientale e illustra una proposta di possibile soluzione.
Antonia Carparelli, Maurizio Franzini e Flavia Terribile riflettono su uno dei temi centrali del recente convegno sull’attuazione del PNRR organizzato da ‘Etica e Economia’ e la Rappresentanza della Commissione europea: i rischi di insuccesso e come prevenirli.
Riccardo Pareschi ricostruisce la storia delle misure protezionistiche a favore dei prodotti tessili e dell’abbigliamento adottate a partire dal 1973 e presenta i risultati di una analisi empirica sull’efficacia di quei contingentamenti.
Edoardo Di Porto e Cristina Tealdi stimano gli effetti che la flessibilità dei contratti a tempo determinato ha sulla probabilità di una loro trasformazione in contratti permanenti oltre che sui salari anche nel medio periodo.
Martina Caroleo in un clima di crescente attenzione per la salute mentale dei minorenni, riflette sulla particolare fragilità dei Minori Stranieri Non Accompagnati a causa dei traumi cui sono esposti e sottolinea la necessità di adeguare i sistemi di accoglienza.