Una smart city non si caratterizza soltanto per l’efficienza energetica o per l’attenta gestione delle reti urbane. Essa richiede anche che vengano pienamente utilizzate tutte le potenzialità offerte dal capitale sociale presente nel territorio urbano. In particolare occorre favorire e valorizzare l’azione volontaria a sostegno dei segmenti più fragili della società prestando attenzione agli aspetti non monetari delle relazioni sociali.
Su queste premesse è stato costruito il progetto CROSS che qui illustriamo brevemente. Cofinanziato della Commissione europea nell’ambito della cornice finanziaria ITC PSP (Information and Communication Technologies Policy Support Programme) [1. Si tratta di una delle tre componenti dell’ormai concluso programma CIP (Competitiveness and Innovation framework Programme) 2007-2013 a supporto della realizzazione della ”Agenda Digitale europea” e laterale al coevo settimo programma quadro di ricerca] il progetto è stato presentato nel maggio 2012 in risposta alla sesta “call for proposal” che aveva lo scopo di “facilitare la creazione di un ecosistema efficiente ed innovativo”.
L’idea è stata quella di volgere lo sforzo progettuale verso il disagio sociale determinato o aggravato dalla negativa situazione economica. La lontana origine è rappresentata da uno studio finanziato dal dipartimento della finanza locale del ministero dell’Interno nel 2006 sull’impatto della sussidiarietà orizzontale in un campione di Comuni italiani; ulteriore fonte di ispirazione è stata la risoluzione del Parlamento europeo del 22 aprile 2008 sul contributo del volontariato alla coesione economica e sociale secondo la quale ben 100 milioni di cittadini dell’Unione svolgevano attività di volontariato.
Il volontariato è una risorsa preziosa e diffusa che, però, soprattutto perché non dà luogo a transazioni monetarie sfugge alla misurazione. Partendo da questa considerazione e dalla convinzione che una più precisa conoscenza del fenomeno e della sua estensione possa in vario modo contribuire alla sua ulteriore diffusione oltre che alla migliore integrazione con le politiche pubbliche, il progetto CROSS si propone di predisporre una piattaforma digitale che colleghi tra loro non soltanto le organizzazioni di volontariato e gli utenti finali ma anche tutti costoro con le pubbliche amministrazioni.
La filosofia del progetto è sintetizzabile nell’affermazione che “chiunque può contribuire al benessere della comunità aiutando la parte più vulnerabile della società ricevendo come contropartita all’impegno profuso il riconoscimento del proprio contributo civico attraverso la disponibilità di servizi pubblici o privati resi disponibili per lo scambio all’interno dell’ecosistema di una città intelligente”. E il suo principale obiettivo è incoraggiare lo sviluppo di scambi non monetari all’interno delle proprie comunità, incrementando il principio di sussidiarietà orizzontale e coinvolgendo una notevole quantità di attori portatori di diversi interessi.
L’architettura del progetto è riassunta nella figura che segue:
La piattaforma digitale di CROSS, sviluppata da Poste Italiane, partner coordinatore del progetto, ha lo scopo di rilevare le transazioni non monetarie poste in essere principalmente dal mondo del volontariato in quattro principali aree d’azione:
- servizi di assistenza agli anziani;
- inclusione sociale per gli immigrati;
- contrasto all’abbandono scolastico e alla bassa scolarizzazione;
- assistenza alle persone con diverse abilità.
Il progetto CROSS ha attivato quattro siti sperimentali: due in Italia (Roma e Torino), uno in Spagna (Siviglia) e uno nel Regno Unito (Manchester). Queste quattro aree metropolitane sono state scelte, da un lato, perché hanno da tempo intrapreso il percorso per essere riconosciute città intelligenti e, dall’altro, presentano situazioni sociali e stadi di sviluppo molto diversi.
La compagine consortile del progetto è composta da undici organizzazioni, tra pubbliche amministrazioni, associazioni di volontariato, società private, fornitori di servizi pubblici e sviluppatori di applicazioni digitali. Oltre a Poste Italiane, che come già riportato coordina il consorzio, i Partner del progetto sono: la Comunità di Sant’ Egidio; il Municipio 1 Centro Storico di Roma Capitale; la Fondazione Italiana Nuove Comunicazioni; la Città di Torino; il Manchester Digital Development Agency, lo Sparta Technologies, l’Adyuntamiento de Sevilla, laCorporacion de Empresas Municipales de Sevilla A.I.E., l’Everis Spain SLU, la Tecnalia Research and Innovation.
Nel nostro Paese, Torino partecipa alla sperimentazione con particolare riguardo alle aree di assistenza dei disabili e delle persone a rischio di povertà. Roma offre un complesso panorama di convivenza tra enti privati che forniscono servizi sociali per contratto con l’Amministrazione e ampie reti di volontariato che operano in modo indipendente. L’obiettivo di Siviglia è quello di trasformare nel medio-lungo termine le esperienze di banca del tempo dei cittadini in meccanismi di co-produzione di servizi sociali. Infine, Manchester vuole combattere l’abbandono scolastico ripensando l’uso delle strutture pubbliche quali ad esempio le biblioteche presenti sul proprio territorio.
Una delle ipotesi di partenza del progetto, e cioè che le comunità tendono ad auto-organizzarsi man mano che aumenta la consapevolezza del valore delle attività non monetarie poste in essere, è stata confermata dalle attività svolte finora. Risulta, infatti, che il volontariato è un valore “generativo” che con la sua diffusione alimenta la propensione dei cittadini a praticarlo.
In CROSS ogni tipologia di attore coinvolto presta le proprie capacità e la propria esperienza:
- le organizzazioni di volontariato forniscono i dati sugli interventi attuati nelle loro aree di interesse, rendono note rilevanti esperienze di settore, danno agli utenti la possibilità di collaborare alle proprie iniziative;
- le Pubbliche Amministrazioni vengono messe in grado di conoscere meglio l’attività di volontariato degli utenti e delle organizzazioni presenti nella propria area di competenza e sperimentano nuovi servizi pubblici come meccanismi per incentivare la cultura basata sullo scambio non-monetario.
- gli sviluppatori elaborano applicativi e strumenti per facilitare la comunicazione e lo scambio di informazioni e beni non mediati dalla moneta (le proposte sono valutate attraverso il lancio di appositi Bandi di gara da parte dei quattro nodi sperimentali).
CROSS può anche contribuire ad aiutare le Pubbliche Amministrazioni ad incrementare la qualità dei servizi e contenere i costi in un contesto di riduzione crescente dei trasferimenti. D’altra parte, i servizi digitali implementati da CROSS che permettono di tenere traccia del numero delle transazioni non monetarie attuate nella comunità di riferimento, migliorano le condizioni del lavoro del volontariato creando nello stesso tempo un circuito virtuoso alimentato dall’identificazione di questo tipo di transazioni come bene pubblico. Aumenta, dunque, la capacità prospettica di censire ed analizzare i bisogni di una comunità in termini di assistenza oltre che di misurare il capitale sociale e la propensione verso il volontariato presente in un dato territorio.
La tabella che segue illustra gli ambiziosi target, in termini di utenti iscritti e di transazioni effettuate, che il progetto intende raggiungere al suo completamento:
Nell’autunno 2014 il numero delle transazioni rilevate nei siti pilota CROSS era quello che viene riportato nella successiva tabella.
Nell’analizzare questi dati occorre tenere presente che le sperimentazioni sono partite in date diverse e anche in condizioni ambientali diverse. In particolare, Torino ha iniziato a dicembre del 2013, Roma a aprile del 2014 mentre Manchester e Siviglia hanno avviato la loro attiivtà nella tarda primavera scorsa. Questo spiega perché in queste due città è molto più basso il numero di quelli che in gergo CROSS sono chiamati “prosumer” (un neologismo derivante dalla contrazione tra “producer” e “consumer”).
Per raggiungere gli obiettivi finali il progetto conoscerà una forte accelerazione da qui a quando mancherà un anno al suo completamento, che è anche la scadenza della seconda “milestone”. L’accelerazione sarà permessa, da un lato, dalla maggiore familiarità da parte degli attori locali con le procedure di rilevamento e, dall’altro, da un accresciuta funzionalità della piattaforma informatica. In dettaglio, questi sono gli obiettivi previsti:
Il progetto CROSS, tra l’altro, rende più agevole per le entità che in esso sono coinvolte la redazione di congrui bilanci sociali, poiché offre parametri di auto-valutazione più accurati. D’altro canto, non esistono strumenti per attribuire un valore “oggettivo” agli interventi attuati dai soggetti che prestano la propria attività volontaria soprattutto nel campo dei servizi sociali. Per questo le Amministrazioni dovrebbero astenersi dal fare un uso improprio e distorto di quanto emergerà dal progetto.
Tuttavia, dal progetto potranno venire utili indicazioni anche per migliorare la valutazione di queste attività, così importanti per migliorare e dare supporto all’azione pubblica nell’ambito del Welfare.