Economista presso l’Ufficio parlamentare di bilancio. In precedenza ha lavorato a Mediobanca, Isae, Dipartimento del Tesoro, Gestore dei Mercati Energetici, EIOPA (Francoforte). Si occupa sia di finanza pubblica sia di concorrenza e regolazione. Sito web personale: www.reforming.it.
Nicola Salerno torna sul tema del pensionamento flessibile confrontando il ricalcolo contributivo integrale e la correzione della sola parte retributiva della pensione per tenere conto dell’età di uscita. Salerno indica una modalità di aggiustamento della quota retributiva che permetterebbe in generale di contenere la correzione della pensione complessiva ben al di sotto del 10 per cento e ritiene che questa soluzione potrebbe mettere fine alla discussione sulla flessibilità del pensionamento che si trascina da troppo tempo.
Nicola Salerno si occupa di pensioni sottolineando come la crisi iniziata nel 2008 abbia marcato un cambio di direzione delle riforme in molti paesi europei, tra cui l’Italia: dalla flessibilità dei requisiti di pensionamento con adeguamenti attuariali degli assegni alle modalità flessibili con cui restare in attività per raggiungere requisiti di pensionamento rigidi. Salerno ragiona sulle motivazioni di questo cambiamento e sugli interventi in grado di attenuarne le possibili conseguenze negative sul benessere dei lavoratori e sul sistema economico.
Nicola Salerno dopo avere illustrato le ragioni dello sviluppo del welfare fiscale, sostiene che esso presenta il duplice limite di essere accessibile a pochi e di venirefinanziato con logiche simili alla ripartizione (pay-go) che regge il welfare pubblico. Salerno ritiene che occorra sia ridisegnare il finanziamento –meno risorse dalla ripartizione (oggi nettamente prevalenti) e più da programmi di investimento – sia migliorare l’equilibrio e la dinamica di un sistema socio-economico vecchio nella demografia e con potenziali di crescita ridotti.