Professore ordinario di Economia Politica presso l’Università di Cassino. Ha pubblicato articoli teorici, empirici e di storia del pensiero su crescita economica, capitale umano e sociale, nonché economia del benessere. Ha curato il libro 'Capabilities and Happiness' (Oxford University Press) insieme a L. Bruni e F. Comim, ed è autore del recente libro 'On the Foundations of Happiness in Economics' (Routledge)
Maurizio Pugno muove dalla considerazione che la pandemia ha messo in evidenza la necessità di porre limiti alla libertà economica, mentre molti critici ricordano che alla base della crescita economica – e dunque del benessere della popolazione – c’è proprio la libertà economica. Pugno richiama l’attenzione sul fatto che la relazione positiva tra libertà economica e benessere soggettivo medio della popolazione che è stata riscontrata in diversi studi non è, però, lineare. Un’analisi più accurata mostra infatti che oltre una certa soglia la libertà economica potrebbe ridurre il benessere.
Maurizio Pugno sostiene che alla base del declino economico italiano e di molti altri segnali di malessere individuale, manifestatisi negli ultimi 15 anni vi è il basso livello dell’istruzione, da quella per l’infanzia a quella acquisita (o persa) nel corso della vita. Poiché tali fenomeni sono in controtendenza con l’Europa mentre nei decenni precedenti, sia il Pil, sia il benessere, sia l’istruzione erano vicini agli standard europei, Pugno ritiene che l’istruzione, intesa non solo come capitale umano, debba diventare un obiettivo di policy imprescindibile.
Maurizio Pugno critica il modello oggi prevalente di primato della ‘istruzione specialistica’, e mostra i vantaggi di un capovolgimento che ponga la priorità nella ‘formazione generalista’, a partire da quella in famiglia, come suggerisce Heckman. Pugno ricorda che i primi economisti spiegavano i vantaggi della diffusione dell’istruzione riferendosi alla formazione generalista. Da quarant’anni a questa parteè emerso invece un eccesso di laureati, in particolare negli Stati Uniti, dovuto alla corsa all’istruzione specialistica.