Massimiliano Tancioni è ricercatore di Politica Economica nel Dipartimento di Economia e Diritto della Sapienza, Università di Roma
Massimiliano Tancioni propone una valutazione degli effetti macroeconomici a breve termine del contagio SARS-CoV-2 (e degli interventi di contenimento epidemiologico), sotto diversi scenari di azione (o inazione) di politica economica. L’idea centrale è che, in presenza di forte incertezza sulla dimensione, durata ed efficacia degli interventi di contenimento, l’ancoraggio delle aspettative di famiglie ed imprese ad una politica di sostegno illimitata e incondizionata rappresenta la strategia più efficace per ridurre i danni economici. Come sostiene Knight, la consapevolezza degli stati futuri del mondo incide sulle capacità di adattamento delle specie razionali.
Massimiliano Tancioni prendendo spunto da un allegato tecnico alle raccomandazioni sulla politica economica dell’Euro-zona del dicembre scorso riflette sulla possibilità che sia in atto un radicale cambiamento di visione nella Commissione Europea: la politica fiscale può essere efficace anche in senso espansivo. Tancioni fornisce una breve descrizione del possibile cambiamento di prospettiva ponendo in relazione l’evoluzione della letteratura scientifica con quella delle posizioni della Commissione.
Paolo D’Imperio e Massimiliano Tancioni presentano una valutazione degli effetti macroeconomici della legge di Bilancio, secondo la quale il moltiplicatore complessivo è contenuto, per la prevalenza dei trasferimenti alle famiglie. il potenziale espansivo del Reddito di Cittadinanza, grazie anche i vincoli di destinazione e di spesa, è invece alquanto elevato. I due autori indicano i fattori che possono attenuare questo effetto e osservano che per valutare l’efficacia redistributiva del RdC occorrono strumenti diversi dai moltiplicatori.
Massimiliano Tancioni esamina criticamente un recente lavoro del FMI, secondo il quale, in Italia, una manovra fiscale nel complesso restrittiva, ma con maggiori investimenti in infrastrutture, genererebbe espansione economica nel medio-lungo termine. Basandosi su un modello macroeconometrico simile a quello utilizzato dagli economisti del FMI, Tancioni giunge alla conclusione che i risultati espansivi sembrano dipendere da un’ipotesi estrema, non circostanziata e piuttosto “sospetta”, sulla relazione tra produttività e investimenti in infrastrutture.
Massimiliano Tancioni esamina un recente lavoro del FMI, che prevede una crescita sostenuta della spesa pensionistica in Italia nei prossimi decenni, e mostra, descrivendo la logica di base dei modelli di previsione pensionistica, che tale previsione è pressoché interamente determinata dalle ipotesi sulle variabili esogene. Tancioni sottolinea che, considerando l‘ampiezza degli orizzonti temporali adottati, le analisi proposte sono utili solo per verifica la sensibilità dei risultati rispetto alle diverse ipotesi formulate.
Massimiliano Tancioni si occupa della recente querelle tra Ministero dell’Economia e Ufficio Parlamentare di bilancio sulle previsioni macroeconomiche. Dopo aver ricordato che la certificazione delle previsioni macroeconomiche – e non solo dei bilanci pubblici – è un’implicazione del Fiscal Compact, Tancioni ricostruisce i passaggi del confronto sugli zerovirgola, illustra le difficoltà che avrebbero sconsigliato di richiedere una certificazione oggettiva sulle previsioni e, comunque, indica i modi migliori per farvi fronte.
Massimiliano Tancioni analizza le ultime previsioni del Centro Studi della Confindustria, che presentano la novità di simulare gli effetti macroeconomici di shock politici: in particolare, Brexit e eventuale vittoria del “no” al referendum costituzionale. Oltre ad evidenziare l’opacità e il carattere piuttosto estremo di alcune ipotesi sulle esogene del modello, Tancioni rileva un elemento di distinzione rispetto all’approccio standard alla simulazione di simili eventi: l’assenza di analisi di sensibilità alle ipotesi, ossia la verifica di scenari alternativi.
Massimiliano Tancioni non scrive di economia ma racconta i suoi incontri con i migranti siriani e afgani nelle isole dell’Egeo, in cui naviga durante le vacanze. Tancioni racconta, soprattutto, di come sia cambiato l’atteggiamento degli abitanti di quelle piccole isole negli ultimi due anni, di fronte all’intensificarsi dei flussi migratori e all’aggravarsi delle condizioni di vita dei greci. Il suo sguardo dall’interno è pieno di attenzione per dettagli e personaggi che rivelano aspetti inediti e spesso paradossali della tragica realtà a cui siamo di fronte.
Massimiliano Tancioni interviene nel dibattito tra Biasco e Rodano sugli effetti dell’abbandono del vincolo valutario, proponendo un ragionamento quantitativo basato su un modello che tiene conto dei punti sollevati da Biasco nella sua critica a Rodano. Svolgendo l’analisi in ottica comparativa, Tancioni giunge alla conclusione che uno scenario di uscita governato è in grado di produrre, nel medio termine, risultati macroeconomici migliori di quelli che scaturirebbero dalle politiche fiscali richieste dagli Obiettivi di Medio Termine.
Massimiliano Tancioni riflette sulla sostenibilità del vincolo valutario europeo e sottolinea che la vocazione deflazionistica e mercantile della Germania, in un’area valutaria subottimale, deprime economicamente i paesi periferici e sostiene che la revisione in senso federale dell’Europa richiede un approccio di tipo solidaristico, attualmente assente nelle istituzioni e nei governi europei, mentre la ridefinizione del ruolo della BCE non rimuoverebbe le cause profonde degli squilibri.