Dai Big-Data un motivo di fiducia in più
Paolo Brunori e Giuliano Resce, pur consapevoli che i big data provenienti dalle ricerche in rete non possono sostituire i dati ufficiali, mostrano che essi possono aiutare a conoscere un fenomeno nuovo e complesso come la pandemia in corso. Brunori e Resce esaminano il volume di ricerche “sintomi coronavirus” su Google e trovano che esso è in costante riduzione dal 12 marzo; ciò potrebbe indicare che il numero di persone che hanno iniziato a percepire sintomi sia in diminuzione e quindi il picco dei contagi e dei decessi possa essere stato superato in questi giorni.