Giorgio Grasso, Professore ordinario di Diritto costituzionale nell’Università degli studi dell’Insubria, dove insegna Diritto costituzionale e Diritto dell’ambiente e del paesaggio. È Direttore della Collana di Studi “Sovranità, Federalismo, Diritti”, per i Tipi dell’Editoriale scientifica di Napoli.
Giorgio Grasso esamina la riforma costituzionale sull’ambiente, che ha modificato gli artt. 9 e 41 Cost., tentando di offrirne una lettura costituzionalmente orientata che potrà favorire l’espansione dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale, valorizzando l’inciso «anche nell’interesse delle future generazioni», che sembra rappresentare il plusvalore dell’inserimento della tutela dell’ambiente tra i Principi fondamentali della Costituzione.
Giorgio Grasso torna sulla sentenza della Corte costituzionale relativa al meccanismo perequativo dei trattamenti pensionistici dopo che il Governo, con il d.l. 65/2015, ha dato attuazione ai principi in essa enunciati. Ricostruendo il dibattito che è seguito alla sentenza, Grasso illustra la propria posizione, alla base della quale c’è la convinzione che il giudizio costituzionale ha la sua più profonda ragione d’essere nella garanzia della rigidità della Costituzione e dei suoi principi supremi e intangibili, considerati limiti che la politica non può superare
Giorgio Grasso si interroga sull’effettiva capacità delle formazioni politiche europee di competere per il potere, in modo analogo ai partiti politici nazionali. Dopo avere ricordato il ruolo che svolge la norma sui partiti inserita nei Trattati, Grasso individua nel potere del Consiglio europeo uno dei fattori principali di impedimento per una vera competizione tra i partiti europei per il potere e delinea alcune vie di uscita, non immediate ma neanche impossibili, che condurrebbero ad una radicale trasformazione della fisionomia complessiva dell’Europa.