Giorgio Alleva è ordinario di Statistica presso l’Università Sapienza di Roma, direttore del Dipartimento di Metodi e modelli per l'economia, il territorio e la finanza. Presidente dell'Istat dal 2014 al 2018.
Ventuno indicatori, altrettante soglie di allerta, due algoritmi (di probabilità e di impatto), una matrice di attribuzione del rischio e ‘automaticamente’ si otterrebbe il colore delle regioni, con quello che ne seguirebbe in termini di chiusure, aperture, spostamenti, seconde case, didattica a distanza. Giorgio Alleva e Alberto Zuliani ci spiegano che non è proprio così. C’è molto mestiere, magari utile, nel sistema ma poca trasparenza. È ormai necessario procedere alla ridefinizione di un set di indicatori pertinenti per una corretta e tempestiva valutazione del rischio epidemico.
Giorgio Alleva e Alberto Zuliani discutono i limiti dei dati diffusi sull’epidemia, sottolineando come il rito quotidiano della loro comunicazione possa creare confusione. Il mix dei motivi per i quali i tamponi sono effettuati e l’inclusione recente dei test rapidi nel conteggio inficiano la lettura dell’evoluzione del contagio. L’indice Rt viene comunicato come se fosse deterministico. Il numero di decessi da Covid-19 è sottostimato. Manca un disegno organico che fornisca un contesto informativo coerente a sostegno delle decisioni.
Giorgio Alleva, dopo aver ricordato il continuo impegno che, da sempre, l’Istat pone sullo studio delle disuguaglianze, richiama il recente avvio di un progetto strategico per lo sfruttamento integrato del sistema di indagini e delle fonti amministrative, in linea con il processo di modernizzazione che l’Istat ha avviato. Dopo aver anticipato alcuni dati sulla diseguaglianza e sull’effetto redistributivo sui redditi del 2016, Alleva conclude ricordando l’inclusione degli indicatori di benessere equo e sostenibile tra gli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica nazionale.