Gianfranco Viesti è professore ordinario di economia applicata nel dipartimento di scienze politiche dell’Università di Bari. Nel 2015 sta coordinando per la Fondazione Res di Palermo un rapporto sull’università italiana, con particolare riferimento alle differenze e alle dinamiche territoriali.
Una delle misure più importanti previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è l’investimento di ben 4,6 miliardi per la realizzazione di 228.000 posti aggiuntivi negli asili nido e nelle scuole per l’infanzia, raggiungendo così l’obiettivo comunitario di copertura del 33% della domanda. Perché è così importante? Innanzitutto perché gli asili nido rappresentano…
Gianfranco Viesti dopo aver affermato che il Piano di Rilancio italiano è un documento assai articolato, con luci ed ombre, sostiene che il suo impatto dipenderà in modo cruciale dai processi attuativi e per questo motivo sarebbe indispensabile, assai più che una fiduciosa delega all’esecutivo, un’ampia e aperta discussione pubblica nel paese. Viesti argomenta queste tesi facendo specifico riferimento alle misure di politica industriale contenuto nel Piano.
Gianfranco Viesti ritiene che per il futuro dell’Italia nel prossimo decennio saranno decisive le regole di finanza pubblica nell’area euro sulla riforma delle quali, dopo la loro sospensione, è in corso una discussione di grande interesse, tecnico e politico. Viesti richiama, però, l’attenzione anche sul fatto che il programma Next Generation EU rappresenta già una cesura significativa, non solo per il suo finanziamento comunitario, ma anche per le indicazioni comuni in termini di politiche pubbliche e per l’allocazione territoriale delle risorse.
Gianfranco Viesti fornisce elementi utili per comprendere le difficoltà che oggi incontra il Sistema Sanitario Nazionale. Analizzando la spesa per investimenti, non quella corrente, nella sanità in Italia fra il 2000 e il 2017 trova che essa si è fortemente contratta a partire dal 2010 (con conseguente indebolimento del sistema sanitario nazionale). Inoltre, tale contrazione è stata di diversa intensità, risultando maggiore al Sud e in generale nelle regioni che già presentavano valori più bassi delle dotazioni, con l’eccezione di Umbria e Lazio.
Gianfranco Viesti sostiene che vi è una duplice questione territoriale nell’università italiana. Per motivi strutturali: fare università nei territori più deboli è più difficile. Per le politiche seguite negli ultimi 10 anni: chi fa università nei territori più deboli è stato penalizzato. L’interazione fra le condizioni strutturali e le politiche sta producendo un aumento cumulativo delle disparità fra atenei, con effetti negativi per quelli del Centro-Sud (e del Nord più debole). Viesti in conclusione invita a discutere approfonditamente la difficile questione territoriale dell’università italiana.
Gianfranco Viesti illustra l’importante ruolo dell’istruzione scolastica nel progetto di autonomia regionale differenziata. In particolare, Viesti sostiene che essa può determinare un consistente travaso di risorse finanziarie fra le regioni, per effetto della garanzia prevista nei “Testi concordati” fra il Governo e Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna di una spesa pro-capite per istruzione pari alla media nazionale. Peraltro, tale criterio, apparentemente equitativo, penalizzerebbe in modo ingiustificato gli studenti delle regioni più deboli.
Gianfranco Viesti fa il punto sulle richieste di maggiore autonomia regionale che in Veneto e Lombardia sono state oggetto di referendum regionali. Viesti sostiene che tali richieste sono dirette a ottenere quote maggiori del ‘residuo fiscale’ e individua le ragioni del favore che esse sembrano incontrare. Inoltre, spiega che, per ragioni collegate alla determinazione dei fabbisogni standard, il rischio che si corre è quello della ‘secessione dei ricchi’ con effetti sui diritti di cittadinanza
Gianfranco Viesti discute due misure riguardanti il sistema universitario annunciate dal governo: le “cattedre Natta” e i cosiddetti “ludi dipartimentali”, ovvero l’assegnazione di un rilevante finanziamento premiale ai 180 migliori dipartimenti in base alla VQR. Viesti sottolinea i principali aspetti critici delle due misure e sostiene che esse rischiano di accentuare il declino di larga parte del sistema universitario italiano, soprattutto al Sud, con conseguenze negative per le prospettive dei giovani meridionali e dello sviluppo del Mezzogiorno.
Gianfranco Viesti esamina alcune recenti iniziative del governo in tema di politica universitaria (l’aumento dei fondi per le borse di studio; il piano straordinario “ordinari”; il reclutamento di nuovi ricercatori; le “cattedre Natta”; gli annunci del nuovo Piano Nazionale della Ricerca e dello Human Technopole) e sottolinea due rischi: che vengano privilegiati interventi di carattere straordinario e che gli effetti non siano territorialmente neutri, con conseguenze negative (e cumulative) soprattutto per il Mezzogiorno.
Gianfranco Viesti esamina le politiche di finanziamento delle università e si chiede se siano ispirate da una “sana concorrenza” e premino il “merito”. La risposta è negativa. Secondo Viesti i criteri di allocazione delle risorse sono discutibili e discrezionali e, per vari motivi, configurano una delle peggiori politiche pubbliche degli ultimi anni. A parere di Viesti potrebbero adottarsi altri criteri basati sulle performance ma attenti alle condizioni di contesto, capaci comunque di stimolare il miglioramento delle università