Giornalista professionista, autore radiofonico e televisivo, documentarista e professore ordinario di Cinema, fotografia e televisione nell’Università Roma Tre.
Tra i suoi libri recenti: "Radio e televisione nel XXI secolo" (Laterza, 2016); "Andar per treni e stazioni" (Il Mulino, 2016); “Entertainment” (Il Mulino, 2013); “La grande accusata. Televisione e intellettuali nel Novecento” (Archetipo, 2012); "Il mondo della radio. Dal transistor ai social network" (il Mulino, 2012); “Social network. Facebook, Twitter, YouTube e gli altri” (Mondadori, 2011).I suoi documentari: “Nel rosso dipinto di blu” (2012); Profezia. L’Africa di Pasolini” (2013); “L’ultima voce. Guido Notari” (2015). Ha curato insieme a Gabriele d’Autilia per Istituto Luce-Cinecittà la mostra fotografica “War is Over!”, tra Roma e Milano (2015-16).
Enrico Menduni ci ricorda che i sondaggi elettorali sono molto richiesti, per la liquidità attuale delle appartenenze politiche, e che il monitoraggio dei social con tecniche di intelligenza artificiale è promettente. Una recente ricerca IZI dimostra però che il successo sui social non si traduce nel successo elettorale. Secondo Menduni l’analisi dei social è utile per individuare le narrative dei vari protagonisti nella campagna elettorale.
Enrico Menduni osserva che il XXI secolo è segnato, per i media, da una forte discontinuità (dominanza tecnologie digitali nella comunicazione, connessione in rete continua e ubiqua) e sostiene che occorre aggiornare ogni aspetto del broadcasting: strategie produttive e modelli di business, formati dei contenuti e pratiche di fruizione. Menduni sottolinea che l’intermediazione, il filtro, il gatekeeping non sono più considerati dagli utenti così necessari, appaiono come gratuite commodity, e comunque tendono a spostarsi su altri soggetti, gli Over-The-Top e i social network.