La riforma dell’Irpef

Ruggero Paladini presenta e discute le modifiche dell’Irpef introdotte dalla legge di bilancio sostenendo in particolare che, confrontate con gli interventi degli ultimi 10 anni, esse aumentano la progressività dell’imposta, nonostante il maggiore favore riservato al terzo scaglione. La distanza tra le aliquote formali e quelle effettive è, però, cresciuta e nulla è stato fatto per i lavoratori poveri. Paladini indica possibili alternative e anche come far fronte al loro eventuale maggior costo a parità di gettito.

Il lavoro agile nel protocollo del 7 dicembre 2021

Nicolò Cappellazzo ricostruisce gli aspetti più significativi del recente protocollo sottoscritto dalle parti sociali per la regolazione del lavoro agile nel settore privato. In particolare Cappellazzo mette in evidenza due aspetti. Il primo attiene alla continuità tra il protocollo 2021 e l. n. 81/2017. Il secondo aspetto riguarda, invece, la funzione assegnata alla contrattazione nazionale e a quella decentrata per la definizione di ulteriori contenuti della disciplina protettiva.

In ricordo di Domenico Mario Nuti

Il 22 dicembre è trascorso un anno dalla morte di un grande economista, Domenico Mario Nuti della cui preziosa collaborazione il Menabò si è avvalso. Per contribuire a conservarne la memoria pubblichiamo nuovamente i brevi ricordi di Mario che tre membri della Redazione – Maurizio Franzini, Rama Dasi Mariani e Paolo Paesani – scrissero all’indomani della sua scomparsa.

Amazon e il capitalismo estrattivo

Maurizio Franzini e Dario Guarascio esaminano le ragioni addotte dall’Antitrust per sanzionare Amazon con una multa di oltre 1,1 miliardi per abuso di posizione dominante. L’obiettivo degli autori non è valutare la correttezza della decisione e l’adeguatezza della sanzione, ma sostenere che gli elementi considerati dall’Antitrust giustificano la conclusione che le strategia adottata da Amazon conduce più che al benessere del consumatore all’affermarsi di un modello di capitalismo “estrattivo”.

Il potere delle grandi piattaforme digitali e il caso Amazon

Andrea Coveri, Claudio Cozza e Dario Guarascio analizzano le determinanti del potere economico delle grandi piattaforme digitali, che non va inteso soltanto come potere di mercato, concentrandosi sul ‘caso Amazon’. Gli autori, basandosi su un loro più ampio lavoro, sostengono la tesi che la fonte primaria di quel potere vada individuata nella combinazione di quattro elementi: diversificazione settoriale, dominio di tecnologie chiave, frammentazione del lavoro e condizionamento dei governi.

Il capitalismo dei monopoli intellettuali: la sfida del nostro tempo

Cédric Durand e Cecilia Rikap offrono la loro interpretazione dei meccanismi che alimentano la predazione di valore e il consolidamento del potere economico da parte delle Big Tech, all’interno del capitalismo dei monopoli intellettuali. La conclusione alla quale giungono è che solo una socializzazione dei dati tali da renderli ‘beni pubblici’ può rappresentare una risposta politica all’altezza della sfida posta dal modello contemporaneo di capitalismo.

Asimmetria di potere nel XXI secolo

Grazia Ietto Gillies sostiene che le attività delle imprese multinazionali/transnazionali in generale tendono ad accrescere le asimmetrie di potere tra le grandi imprese, da un lato, e gli altri attori nel sistema economico, dall’altro. Focalizzando la sua attenzione sulle imprese con piattaforme digitali, Ietto Gillies illustra alcune delle loro peculiarità e come queste contribuiscono a favorire il diffondersi di situazioni caratterizzate da una forte asimmetria di potere tra le diverse parti coinvolte.

Amazon, il valore del lavoro e quel nesso fra logistica e finanza

Francesco S. Massimo sostiene che cruciale per lo sviluppo di Amazon è stata la capacità di coniugare finanziarizzazione e integrazione verticale e orizzontale, creando un paradigma originale che ibrida elementi del vecchio e del nuovo capitalismo. Il risultato è una struttura economica che internalizza i mercati e costruisce economie di scala estraendo valore dal lavoro e dai venditori e accumulando un potere infrastrutturale paragonabile a quello di uno stato. Questo potere apre, però, la questione della sua legittimazione.