Menabò n. 156/2021

Il primo numero del Menabò dopo la pausa estiva si apre con il contributo di Ruggero Paladini che esamina criticamente le proposte avanzate di recente sulle modalità di tassazione della previdenza complementare. Chiara Ardito, Fabio Berton, Lia Pacelli e Filippo Passerini presentano una valutazione degli effetti dei contratti a tutele crescenti, mettendone in evidenza soprattutto gli…

La tassazione della previdenza complementare

Ruggero Paladini interviene sulla proposta avanzata da Luigi Marattin di tassare le prestazioni dei fondi pensione complementari come rendite finanziarie. Rilevato che il sistema vigente è un pasticcio di due diverse logiche tributarie, Paladini critica la proposta di Marattin in quanto considerare le prestazioni pensionistiche nel loro complesso come redditi da capitale è errato e, inoltre, crea una illogica differenziazione rispetto alla trattamento fiscale della previdenza obbligatoria.

Bonus per professionisti non ordinistici: il crollo delle richieste dopo l’introduzione della prova della riduzione del fatturato

Saverio Bombelli, Maria De Paola e Paolo Naticchioni si occupano dei ristori per i lavoratori autonomi non iscritti ad un ordine esaminando, in particolare le conseguenze dell’introduzione, da parte del Governo, di requisiti più stringenti per l’accesso a tali ristori. Gli autori trovano che le domande di indennità si sono ridotte e sottolineano la necessità di affiancare alle misure di sostegno anche efficaci controlli, senza i quali vi è il rischio di destinare risorse a chi non ne ha veramente bisogno.

Sostegno alle famiglie e cura dei figli durante la pandemia da COVID-19: la mamma è sempre la mamma

Paola Biasi, Maria De Paola e Paolo Naticchioni esaminano la fruizione, da parte dei lavoratori, dei congedi per COVID-19 e confermano che sono le madri a svolgere il ruolo di principale care-giver. Infatti, solo nel 21% dei casi i padri hanno usufruito del congedo. Di interesse è anche il fatto che questa quota cresce, sebbene in maniera contenuta, all’aumentare della capacità reddituale relativa della madre. Questo andamento si inverte, però, quando la madre guadagna più del padre.

Il bonus contributivo 2018 per l’assunzione a tempo indeterminato di giovani: una valutazione

Bernardo Fanfani analizza gli effetti occupazionali del bonus giovani introdotto nel 2018 con lo scopo di incentivare, attraverso una generosa decontribuzione, la creazione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato a beneficio di giovani di età non superiore ai 35 anni. L’analisi condotta da Fanfani mostra che gli effetti di questo provvedimento sull’occupazione giovanile sono stati, nel complesso, positivi.

Economia e pandemia: tra cadute e rimbalzi a che punto siamo?

Roberto Tamborini osservando che c’è euforia per la ripresa della crescita e preoccupazione per la ripresa dell’inflazione si chiede se questi sentimenti siano giustificati. Gli esperti avvertono che crescita del PIL e dell’inflazione sono, entrambi, “rimbalzi”. Tamborini ricorda che occorre osservare l’andamento del PIL e dei prezzi su un periodo sufficientemente lungo per capire quanto è alto il rimbalzo, a che livello porta rispetto al passato, e, con qualche estrapolazione, guardare anche al futuro.

È opportuno ridurre la protezione dell’impiego?

Chiara Ardito, Fabio Berton, Lia Pacelli e Filippo Passerini valutano gli effetti a medio termine dei contratti a tutele crescenti. Esaminando le imprese piemontesi che impiegano fra i 9 e i 30 dipendenti essi trovano, tra l’altro, che contratti a termine sono stati trasformati in contratti a tempo indeterminato, che l’occupazione è cresciuta e, soprattutto, che la produttività è calata e i profitti sono aumentati. Concludendo, si chiedono se misure con questi effetti siano utili a un paese a produttività stagnante.

Il sistema pensionistico italiano e la flessibilità in uscita: qualche riflessione

Carlo Mazzaferro, avvicinandosi la scadenza di Quota 100, riflette su flessibilità e pensionamento. Osservando i dati sull’età di pensionamento tra il 1995 ed il 2020 trova che l’età media è decisamente cresciuta mentre la variabilità si è ridotta ed è crollata la quota dei pensionati under 60. Sulla base di questi dati e del passaggio alla logica contributiva, Mazzaferro ritiene che sia possibile una flessibilità che risponda meglio alle esigenze dei lavoratori senza effetti sulla stabilità finanziaria del sistema pensionistico.

La Cassa Integrazione Guadagni come ammortizzatore anticiclico alla prova della crisi pandemica?

Paola Biasi, Beini Cai, Maria De Paola e Paolo Naticchioni analizzando gli effetti del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni COVID-19 trovano che essa ha svolto un positivo ruolo di ammortizzatore anticiclico. In particolare, secondo gli autori, la CIG, da un lato, ha contenuto in modo sostanziale, in costanza di rapporto di lavoro, la caduta dei redditi dei lavoratori e, dall’altro, ha impedito che le disuguaglianze crescessero molto, a vantaggio soprattutto di donne e giovani.