Lavoro, tempo e potere: come la crisi da Covid-19 può peggiorare il benessere delle donne

Eleonora Romano presenta alcune riflessioni sui canali attraverso cui la crisi innescata dal Covid-19 potrebbe peggiorare il benessere delle donne, considerando anche le condizioni di svantaggio preesistenti. L’analisi si concentra, in particolare, sul lavoro e la conciliazione dei tempi di vita e si conclude rivolgendo attenzione alla dimensione trasversale del potere, la cui diseguale distribuzione di genere può contribuire a peggiorare le conseguenze della crisi sul benessere dell’intera società e, in particolare, delle donne.

Telemedicina e Covid-19: un’occasione mancata?

Tommaso Langiano e Paolo Di Loreto osservano che la pandemia da Covid-19 ha determinato un forte incremento nell’utilizzo della telemedicina in molti paesi, essenzialmente per due finalità: il triage da remoto dei casi sospetti per decidere sul ricovero in ospedale; il controllo dei pazienti a domicilio. Gli autori, dopo aver sottolineato che la teleassistenza protegge dal rischio di contagio i pazienti, i medici e la comunità lamentano che in Italia il ricorso alla telemedicina nella corrente epidemia sia stato molto marginale.

L’istituto dello stage: elemento inquinante del lavoro giovanile italiano

Claudia Valenti riflette sull’istituto dello stage in Italia e analizza il suo funzionamento all’interno del mondo del lavoro giovanile. Partendo dai disagi che sono derivati ai tirocinanti dalla crisi del Coronavirus, Valenti documenta le disuguaglianze territoriali che esistono nella gestione degli stage e sottolinea il graduale deterioramento di questo genere di contratto, nato come momento di formazione e avviamento al lavoro, ma trasformatosi negli anni in un surrogato del lavoro sottopagato.

Quale ruolo per l’austerità dopo la crisi da Covid-19?

Stefano Di Bucchianico ricorda che le politiche di austerità fiscale possono peggiorare e non migliorare il rapporto debito/Pil e richiama le condizioni in presenza delle quali ciò può avvenire. Di Bucchianico sostiene, quindi, che la crisi originata dalla pandemia avrà l’effetto di creare quelle condizioni in un gran numero di paesi e da ciò trae la conclusione che politiche di austerità fiscale dovranno essere evitate non soltanto nell’immediato ma anche su un più lungo orizzonte temporale.

Pandemie e ricerca farmaceutica: la proposta di una infrastruttura pubblica europea (parte seconda)

Massimo Florio e Laura Iacovone proseguendo nell’analisi avviata sullo scorso numero del Menabò sui difetti, nella ricerca, dell’industria farmaceutica, sostengono che i tempi sono maturi per creare una infrastruttura pubblica sovranazionale per la ricerca di base, lo sviluppo, la produzione, vendita e distribuzione di farmaci che mantenga la proprietà intellettuale delle scoperte, con il diritto di produrre o di dare la licenza a terzi, garantendo le cure per le attuali patologie e quelle future.

Il ruolo redistributivo delle pensioni pubbliche. Un’analisi comparata

Rosa Melfi analizza l’impatto redistributivo sui redditi delle pensioni pubbliche concentrandosi su quattro paesi: Stati Uniti, Svezia, Germania e Brasile. Incrociando i dati sui redditi del Luxembourg Income Study (LIS), riferiti a lunghi intervalli temporali, con quelli dell’OCSE sulla spesa per pensioni, Melfi mostra come, pur con alcune differenze, in tutti i paesi considerati i sistemi pensionistici hanno contribuito ad attenuare la disuguaglianza dei redditi che si genera nei mercati.

L’Europa sonnambula

Roberto Tamborini parte dalla considerazione che la crisi del decennio scorso è stata un’occasione persa per creare un’Europa migliore e sostiene che oggi non si tratta di organizzare aiuti umanitari per questo o quel paese. Secondo Tamborini, non basta accontentarsi di qualche miglioramento rispetto agli errori della crisi precedente. Occorre un europeismo esigente, impiantare il seme, seppur piccolo, di un lungamente (dis)atteso cambio di natura più genuinamente europeo.

La ripartenza dopo il Covid-19: un’opportunità da non perdere per il Green Deal europeo

Edilio Valentini sostiene che il Green Deal europeo dovrebbe avere un ruolo preminente tra le politiche dirette a far ripartire la nostra economia dopo l’emergenza sanitaria. Riflettendo sui problemi che possono ostacolare l’attuazione di una simile politica, Valentini richiama l’attenzione sui rischi che possono derivare dalla riduzione del gettito fiscale e dalla discesa dei prezzi sia del petrolio che dei permessi ad emettere CO2.