La bella disuguaglianza. E le sue conseguenze

Andrea Fazio presenta le evidenze sull’esistenza di un ‘beauty premium’, cioè dell’influenza della bellezza sui redditi da lavoro e sostiene che i percettori di questo premio (‘i belli’) tendono a essere più avversi alla redistribuzione dei redditi. Fazio sottolinea che ciò contrasta con la diffusa idea secondo cui ad avversare le redistribuzioni sono soprattutto gli avvantaggiati per merito e riflette sulle implicazioni del ‘beauty premium’ per il disegno della tassazione.

L’enigma della globalizzazione finanziaria: la libera circolazione del capitali ed i suoi rischi

Massimo Aprea riporta i risultati di un recente, interessante studio empirico sugli effetti che la liberalizzazione dei movimenti di capitale ha avuto sia sul livello sia sulla distribuzione del reddito in un campione composto da numerosi paesi. Poiché i benefici in termini di reddito risultano essere inconsistenti mentre gli effetti distributivi sono marcatamente negativi, Aprea si chiede perché la liberalizzazione dei capitali sia ancora in cima all’agenda politica di molte istituzioni internazionali.

Per cure sempre più mirate e personalizzate, investire nella Medicina di Genere

Eleonora Maglia, prendendo spunto dalla recente pubblicazione del Libro Bianco dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute della Donna, affronta il tema della Medicina di Genere, ricordando le evidenze alla base di questo approccio e il contributo in termini di equità che può dare al sistema sanitario. L’autrice illustra anche le iniziative finora attivate e, nelle conclusioni, sottolinea l’importanza di investire di più nella salute femminile, considerando anche il contributo decisivo delle donne alla crescita economica.

Imposte sul patrimonio? La persistenza delle resistenze

In questo articolo, curato dalla Redazione del Menabò, viene tradotta e commentata una lettera scritta dal premio Nobel Milton Friedman nel 2001 a sostegno dell’abrogazione dell’imposta sulle successioni, sottoscritta negli anni da centinaia di economisti. La lettera contiene e in parte anticipa molte delle obiezioni mosse ancora oggi alle imposte sul patrimonio in generale. Nell’articolo si illustrano le perplessità che suscitano le argomentazioni di Friedman e si pongono alcune domande, partendo dall’assunto che nessuna imposta è perfetta.

Morire di disperazione. L’ingiustizia sociale nella sua forma estrema

Maurizio Franzini si occupa delle morti per disperazione (Deaths of Despair) negli Stati Uniti sulle quali hanno richiamato l’attenzione Ann Case e il premio Nobel Angus Deaton. Prendendo spunto da un panel sul tema tenutosi nella recente conferenza annuale dell’American Economic Association, Franzini illustra le caratteristiche e le dimensioni di quel drammatico fenomeno e riflette sulle sue possibili cause, economiche e sociali, nonché sull’efficacia di alcuni tradizionali rimedi economici.

Aboliamo la povertà!

FraGRa si occupano di povertà e in particolare della ragionevolezza dello slogan “Aboliamo la povertà”, mettendo in luce la molteplicità di valutazioni normative e di limiti informativi che rendono impossibile una definizione univoca della povertà. Gli autori sostengono che lungi dal giustificare l’inazione contro la povertà, tale consapevolezza permetterebbe di disegnare politiche contro la povertà più efficaci e più eque di quelle che si muovono nella logica binaria poveri vs. non poveri.

La pensione di cittadinanza. Un’occasione persa?

Massimo Baldini, Carlo Mazzaferro e Stefano Toso illustrano in dettaglio le caratteristiche della Pensione di Cittadinanza, che si distingue dal Reddito di cittadinanza non solo per la denominazione ma anche perché il trasferimento monetario è strutturato in modo diverso. Gli autori ragionano sui limiti che tale strumento presenta in un contesto come quello italiano caratterizzato da un insieme spesso disorganico di misure di contrasto della povertà per gli anziani.

Il cinema di Ken Loach, uno specchio del lavoro

Emanuele Di Nicola propone un’analisi del cinema di Ken Loach, nell’ottica dei cambiamenti del mondo del lavoro rappresentati nei suoi film. In occasione dell’uscita in sala di Sorry We Missed You, Di Nicola esamina la strada percorsa dal cineasta prestando particolare attenzione alle condizioni di lavoro: dal patto di solidarietà degli operai in Riff-Raff al sindacalista tenace di Bread and Roses, fino all’ingresso nel nuovo millennio, l’esplosione della precarietà e il lavoratore solo con se stesso di Io, Daniel Blake e Sorry We Missed You.