Il mondo della disabilità e la società giusta

Maurizio Franzini e Alessandro Solipaca illustrano i principali contenuti del recente Rapporto sulla disabilità pubblicato dall’Istat. Dopo aver ricordato le dimensioni del fenomeno, Franzini e Solipaca danno conto delle limitazioni di cui soffrono in vari ambiti (salute, lavoro, istruzione, partecipazione alla vita sociale e culturale) le persone con disabilità e del loro grado di soddisfazione per la vita. Esaminano, poi, le politiche del welfare e le condizioni economiche e di benessere delle famiglie. Nelle conclusioni riflettono sul rapporto tra disabilità e società equa.

Menabò n. 115/2019

Questo numero del Menabò sia apre con l’articolo di Maurizio Franzini e Alessandro Solipaca che presenta i principali risultati del recente Rapporto Istat sulle disabilità e riflette sul rapporto tra disabilità e società giusta. Nel secondo articolo Giuseppe De Arcangelis sostiene che l’euro potrebbe e dovrebbe avere un ruolo maggiore come valuta internazionale e che…

What a MES! E il ruolo internazionale dell’euro?

Giuseppe De Arcangelis osserva che l’utilizzo dell’euro nelle transazioni internazionali è in calo e ritiene che ciò sia dovuto al giudizio non positivo dei mercati sull’ingegneria finanziaria-istituzionale scelta dall’Europa per fronteggiare gli shock, incluso il MES. A suo parere occorre più integrazione finanziaria e condivisione dei rischi per rafforzare il più importante fundamental dell’euro che, in tal modo, potrebbe aumentare il suo peso come valuta internazionale, grazie anche al protezionismo USA, e godere dei relativi benefici, ora nascosti ai miopi nazionalismi europei.

Le disuguaglianze economiche non sono un’illusione

Salvatore Morelli mette in discussione un articolo recente di The Economist, secondo cui la crescita delle disuguaglianze economiche sarebbe un’illusione. Pur riconoscendo l’importanza di tenere conto dell’incertezza che circonda le stime delle disuguaglianze economiche, Morelli, esaminando i diversi argomenti proposti dal settimanale e i dati citati, giunge alla conclusione che, paradossalmente, proprio da questi ultimi danno sostegno alla tesi che le disuguaglianze economiche siano cresciute.

Premiare il merito? Un’indicazione ben più problematica di quanto spesso riconosciuto

Elena Granaglia riflette sul merito e come premiarlo. Partendo da alcune obiezioni alla meritocrazia da tempo presenti nella letteratura di etica pubblica, Granaglia si sofferma su ulteriori questioni problematiche sviluppate in un libro recente di Boarelli, che rimandano a varie complicazioni nella definizione e nella misurazione del merito. Sulla base di questa analisi, Granaglia conclude affermando che per premiare il merito occorre essere consapevoli dei tanti limiti del criterio meritocratico.

Il fisco e le disuguaglianze: a proposito di un recente libro di Saez e Zucman (seconda parte)

Ruggero Paladini continua la sua analisi del recente libro (The Triumph of Injustice) di Saez e Zucman esaminando le proposte di riforma fiscale avanzate dai due autori per il sistema statunitense: l’introduzione di un’imposta personale sui grandi patrimoni e di una nuova imposta su tutti i redditi per finanziare un sistema sanitario pubblico; la revisione della progressività dell’imposta sui redditi e la previsione di un credito di imposta sui dividendi. Paladini valuta pregi, limiti e realizzabilità di queste proposte e ne suggerisce la rilevanza per l’Europa.

Ripensare Taranto: dal buio di Sentieri ai nuovi bagliori di luce

Francesco Maiorano riflette sulla situazione di Taranto ricordando che da anni si scontrano, senza possibilità di conciliazione, la vita della fabbrica e la condizione sociosanitaria della città. Maiorano sostiene che un modello di sviluppo sostenibile e accettabile, aperto a nuove figure lavorative e nuove professioni, è possibile a condizione che gli attori sociali condividano un’idea complessiva di città, recuperando il rapporto con il mare, valorizzando l’artigianato e le risorse culturali, potenziando il terziario avanzato, senza trascurare la nuova manifattura digitale.

La questione territoriale dell’università italiana

Gianfranco Viesti sostiene che vi è una duplice questione territoriale nell’università italiana. Per motivi strutturali: fare università nei territori più deboli è più difficile. Per le politiche seguite negli ultimi 10 anni: chi fa università nei territori più deboli è stato penalizzato. L’interazione fra le condizioni strutturali e le politiche sta producendo un aumento cumulativo delle disparità fra atenei, con effetti negativi per quelli del Centro-Sud (e del Nord più debole). Viesti in conclusione invita a discutere approfonditamente la difficile questione territoriale dell’università italiana.

Le ragioni dell’ostilità verso l’immigrazione. Quale ruolo per il framing politico?

Eugenio Levi, Rama Dasi Mariani e Melissa Mongiardo, basandosi su un loro recente libro, esaminano il problema dell’ostilità verso l’immigrazione e puntano l’attenzione sul modo in cui i politici hanno raccontato il fenomeno migratorio, influenzandone la percezione. I risultati che presentano, suggeriscono che nella scena pubblica attuale ha assunto particolare rilevanza una narrativa basata sulla contrapposizione “noi vs loro”, alimentata dalla mancata integrazione degli immigrati, dalla generale sfiducia verso i politici e dal senso di insicurezza delle persone.

Io c’ero

Fabio Calè, mentre Bologna assiste alla nascita delle Sardine, trascorre 4 ore con i militanti leghisti accorsi al PalaDozza per acclamare Matteo Salvini e la candidata leghista alla presidenza della Regine, Borgonzoni, ansiosi di scrivere una pagina di storia della politica italiana. La cronaca fedele e lievemente allucinata del rito politico leghista permette di compiere una fugace immersione nella cultura della destra sovranista, così come essa si autorappresenta dinanzi ai suoi adepti.