Sugar Tax, Nudge e informazione per responsabilizzare produttori e consumatori

Eleonora Maglia in relazione all’ipotesi di introdurre una Sugar Tax anche in Italia, illustra caratteristiche ed effetti di provvedimenti simili adottati da altri Paesi; valuta possibili soluzioni alternative alla Sugar Tax per disincentivare l’abuso di alimenti insalubri e per tutelare la salute della collettività e si sofferma in modo particolare sulle potenzialità dei Nudge e conclude sottolineando l’importanza di una informazione comprensibile e accessibile sul rapporto tra alimentazione e salute.

Turisti e residenti. C’è possibilità di collaborazione con un’alleanza redistributiva?

Irene Ranaldi prendendo spunto da un recente Manifesto sottoscritto da una rete che raccoglie numerose città del Sud Europa (il SET) si occupa del problema della ‘turistificazione’ delle città e del conflitto tra diritto all’abitare, esigenza di soddisfare socialità per chi le attraversa e lavoro nel settore del turismo. Ranaldi, anche richiamato significative esperienze al riguardo, indica alcune strade in grado di attenuare quel conflitto: la “coopetion”, il turismo locale a km. 0 e il “turismo sotto casa”.

Disuguaglianza e andamento del voto nelle regioni italiane: un’ondata populista?

Daniela Chironi basandosi sui risultati di un recente lavoro sulle determinanti economiche del voto nelle regioni italiane dal 1994 al 2018 sostiene che l’astensione dipende dalla disuguaglianza e dalla polarizzazione dei redditi, dalla precarietà e dalla disoccupazione. Il sostegno ai partiti di governo è, invece, sensibile alla crescita della ricchezza netta media; quello alla Lega all’impoverimento delle classi medie e quello ai Cinque Stelle all’aumento di povertà e precarietà. Queste ultime differenze rendono difficile parlare di ‘ondata populista’.

Città culturali e creative: un cruscotto per monitorarle

Annalisa Cicerchia illustra nei suoi aspetti essenziali il Cultural and Creative Cities Monitor, diffuso il mese scorso dal Joint Research Centre della Commissione Europea, che disegna, attraverso 29 indicatori, il ritratto della città europea ideale per dinamismo e vivacità culturale e creativa. Il Monitor, proposto dall’European Framework for Action on Cultural Heritage, coinvolge 190 città europee, 18 delle quali italiane, ed è pensato per agevolare le decisioni circa gli investimenti politici e finanziari nella cultura e nella creatività delle città.

Forse ci vorrebbe la Thatcher (ma Palazzo Senatorio non si vende, diventa museo)

Marco Causi riflette sulla governance locale dell’area romana e sostiene che l’assetto esistente è inefficiente e non garantisce né il governo di area vasta delle dimensioni metropolitane di Roma né il governo di prossimità dei servizi. Dopo aver ricordato (a fini maieutici) il caso di Londra, Causi afferma che una riforma è necessaria ma anche che molte utili misure di politica pubblica possono essere realizzate a legislazione vigente e conclude richiamando le responsabilità del Governo nazionale e della Regione Lazio.

La crisi di Roma: l’ingegneria istituzionale non basta

Walter Tocci afferma che per Roma è finito il ciclo iniziato a Porta Pia e si sono esaurite le tre rendite – centralismo statale, consumo del territorio e eredità storica – di cui finora ha beneficiato. Da qui derivano tante emergenze quotidiane e la necessità di nuove ambizioni: la funzione internazionale di Roma nella produzione culturale; la realizzazione di una moderna rete dei trasporti; il superamento del paradigma fordista dei servizi pubblici, la riforma istituzionale della capitale. Tutto ciò richiede una nuova classe dirigente che può nascere solo da una riscossa civica.

La futura urbanistica di Roma: alcuni temi

Daniel Modigliani esamina alcuni aspetti problematici dell’urbanistica della città metropolitana di Roma. Dopo aver ricordato la conflittualità tra i diversi Enti responsabili del governo della città metropolitana, Modigliani sostiene la necessità non soltanto di una integrazione delle componenti storico culturali, antiche e moderne, e di un urgente riassetto istituzionale che semplifichi le competenze e dia un reale potere ai municipi ma anche di una proficua convergenza tra pubblico e privato.

La “proposta di sintesi” dell’OCSE per l’allocazione tra paesi dei profitti della multinazionali: piccoli pregi, grandi perplessità

Mikhail Maslennikov riflette sulla “proposta di sintesi“ del Segretariato OCSE sulla revisione delle regole di allocazione dei profitti di una multinazionale tra i diversi paesi in cui opera. La parziale accettazione da parte del Segretariato del principio della singola entità e del modello di tassazione unitaria, rileva Maslennikov, non permette di considerare la proposta all’altezza degli ambiziosi obiettivi del processo BEPS 2.0; infatti, ha un ambito di applicazione ridotto, è di elevata complessità e aumenta l’ incertezza per contribuenti e amministrazioni fiscali.