All’indomani della bomba: terrorismo e percezione del benessere in Europa

Emilio Colombo, Valentina Rotondi e Luca Matteo Stanca presentano i risultati di un’indagine empirica sugli effetti degli attentati terroristici sul benessere delle persone, oltre quelli drammatici sulle vite umane. Con riferimento agli attentati avvenuti in Francia, Belgio e Germania tra il 2010 e il 2017 gli autori trovano che all’indomani un attacco terroristico, il benessere e la felicità individuale in generale diminuiscono con varie conseguenze negative, tuttavia ciò non accade per gli immigrati musulmani e cercano di interpretare questo risultato non intuitivo.

L’occupazione in Italia: divari, vulnerabilità e nuove potenzialità

Francesca Gallo, Anita Guelfi, Samanta Pietropaoli, Maria Elena Pontecorvo e Valentina Talucci fanno il punto sul mercato del lavoro italiano a 5 anni dall’avvio della ripresa economica, mettendo in luce i segnali di miglioramento ma anche i persistenti divari e le non risolte vulnerabilità. Le autrici si soffermano in particolare su alcuni fenomeni contraddittori legati al capitale umano e, tra i segnali positivi, richiamano l’andamento delle professioni più qualificate nelle imprese impegnate nella transizione digitale e nell’introduzione di innovazioni.

La gestione delle crisi di impresa al Mise: qualche riflessione critica

Giampiero Castano, basandosi sulla sua lunga esperienza di gestione delle principali crisi industriali presso il MISE, interviene nel dibattito innescato dai recenti casi ALITALIA, ILVA Arcelor Mittal. Castano sostiene che il problema non è il numero dei ‘tavoli di crisi’, ma la capacità di gestire le informazioni che da essi provengono trasformandole in articolata azione politica. Si tratta di un problema che esiste da tempo, mentre altri sembrano presentarsi oggi in forma aggravata. Tutto ciò rende ancora più difficile gestire le crisi di impresa nel Mezzogiorno.

‘Andare oltre il PIL’: il Wellbeing Budget della Nuova Zelanda

Maurizio Franzini ed Eleonora Romano si occupano di un interessante e promettente tentativo di ‘andare oltre il PIL’. Il riferimento è al Wellbeing Budget 2019 della Nuova Zelanda, che si configura come il primo vero e proprio ‘bilancio per il benessere’. Franzini e Romano sintetizzano gli aspetti con maggiore potenziale innovativo di questo progetto e sostengono che, sebbene gli obiettivi siano ambiziosi e ad alto rischio di fallimento, esso merita attenzione soprattutto per la nuova visione del policy making che lo caratterizza.

I numeri di Matera. La Capitale Europea della Cultura 2019 fra dati e indicatori

Annalisa Cicerchia, mentre è trascorso il primo semestre di Matera come capitale europea della cultura, ci ricorda che altre tre città italiane (Firenze, Bologna e Genova) hanno in precedenza ottenuto questo titolo, istituito nel 1985 dal Consiglio dell’Unione Europea, per valorizzare la ricchezza e la diversità delle culture in Europa e le caratteristiche comuni, accrescere il senso di appartenenza culturale dei cittadini europei e promuovere il contributo della cultura allo sviluppo delle città. Cicerchia presenta numerosi dati che aiutano a capire a che punto è Matera 2019.

Il ‘populismo’ di destra e i perdenti della globalizzazione e del progresso tecnologico

Italo Colantone e Piero Stanig esaminano le cause strutturali del successo dei partiti “populisti” e di destra radicale in Europa occidentale. Dopo aver illustrato le conseguenze distributive della globalizzazione e del cambiamento tecnologico, Colantone e Stanig, richiamando i risultati di vari loro lavori, mostrano che, in vario modo, entrambe hanno determinato dei perdenti e sostengono che questi ultimi hanno scelto di dare il proprio consenso elettorale a partiti con piattaforme nazionaliste, protezioniste e nativiste.

Il punto sulla Web Tax

Bruno Bises, in relazione ai problemi fiscali internazionali posti dalla crescente digitalizzazione e dallo sviluppo di attività e servizi di natura prevalentemente o esclusivamente digitale, esamina le iniziative dell’OCSE e dell’Unione Europea per affrontare il problema. Discute, inoltre, l’impegno preso l’8 giugno scorso in Giappone dai paesi del G20 per raggiungere entro il 2020 una soluzione concordata sulla base del “pacchetto” predisposto da OCSE e G20 e osserva che le questioni aperte sono assai rilevanti mentre i tempi previsti sono stretti.

Routinizzazione delle mansioni, compiti sociali sul lavoro e uso del computer: una relazione (apparentemente) contraddittoria

Martina Bisello, richiamando i principali risultati di una ricerca condotta da Eurofound e dal Centro comune di ricerca della Commissione Europea, sostiene che i computer, da un lato, facilitano l’automazione di alcune mansioni, in particolare quelle più routinarie, favorendo indirettamente la crescita occupazionale in lavori che richiedono più interazione sociale ma, dall’altro, influenzano l’organizzazione del lavoro, standardizzando le procedure e facilitando nuove forme di fornitura di servizi che non richiedono necessariamente il contatto diretto con i clienti.