Disuguaglianze metropolitane: Roma, Milano e Napoli a confronto

Keti Lelo, Salvatore Monni e Federico Tomassi, confrontano le tre più popolose città metropolitane italiane: Roma, Milano e Napoli, analizzando le suddivisioni sub-comunali dei capoluoghi e gli altri comuni dell’hinterland. Da tale confronto emerge, seppure con diverse intensità, la presenza di disuguaglianze in termini di istruzione, occupazione e reddito in tutte e tre le aree metropolitane. Gli autori sostengono che tali evidenze sollecitano la necessità di politiche specifiche e territorialmente diversificate nelle aree metropolitane.

Crescita occupazionale, lavoro discontinuo e semioccupazione. La crisi del mercato del lavoro è finita o c’è un problema di misurazione?

Leonello Tronti esamina le recenti tendenze dell’occupazione in Italia. Dopo avere osservato che da ottobre del 2013 gli occupati sono aumentati in media annua di più di un milione di unità, Tronti sottolinea che si sono notevolmente ridotte le ore lavorate pro capite per un ammontare corrispondente a un milione e mezzo di occupati in confronto con il 2008 e individua nella semi-occupazione la causa principale di queste tendenze. La sua conclusione è che queste evoluzioni impongono di rivedere la misurazione ufficiale dell’occupazione.

Il progresso sociale oggi e domani: Valutazioni e prospettive dal gruppo di studio internazionale sul Progresso Sociale (IPSP)

Gianluca Grimalda e Gianpaolo Rossini illustrano alcuni contenuti del Rapporto del Panel Internazionale sul Progresso Sociale (IPSP), un progetto interdisciplinare di valutazione del progresso sociale nel mondo che coinvolge 300 studiosi. Dei tre volumi del Rapporto, Grimalda e Rossini prendono in esame il primo, dedicato agli aspetti economici, soffermandosi sulle concezioni di progresso sociale e sul disallineamento tra benessere soggettivo ed oggettivo nei Paesi ricchi. Inoltre, commentano l’andamento delle disuguaglianze economiche a livello nazionale e globale.

La redistribuzione del reddito nei Paesi OCSE: misure e tendenze

Teresa Barbieri analizza un recente studio dell’OCSE nel quale viene proposta un’accurata valutazione della portata dell’intervento pubblico in ambito redistributivo. Barbieri sintetizza i principali risultati che emergono dallo studio e in particolare le tendenza generalizzata verso un declinante ruolo redistributivo delle imposte e dei trasferimenti. Nelle conclusioni Barbieri invita a riflettere anche sull’importanza di misure volte non soltanto alla redistribuzione del reddito, ma anche alla cosiddetta “pre-distribuzione”.

La scuola di Sparta

Stefania Gabriele si occupa della valutazione delle scuole e dei dirigenti scolastici, dopo la denuncia de “la Repubblica” sui rapporti di autovalutazione di alcuni istituti, che enfatizzano le caratteristiche sociali medio-alte dei loro studenti. Gabriele illustra i meccanismi fondamentali della valutazione delle scuole e dei dirigenti scolastici, le nuove competenze di questi ultimi e il sistema di incentivi economici; segnala i limiti della logica competitiva recentemente introdotta e sottolinea i rischi di segregazione sociale e ulteriore polarizzazione tra le scuole.

Troppa flessibilità del lavoro fa male all’innovazione?

Armanda Cetrulo, Valeria Cirillo e Dario Guarascio esaminano il rapporto tra flessibilità del lavoro e innovazioni e sostengono che la prima può ostacolare le seconde. A tal riguardo, essi mettono in luce il ruolo che, in alcuni regimi tecnologici, può svolgere la conoscenza specifica dei lavoratori all’interno delle imprese e delle industrie. Richiamando i risultati di un recente studio sull’innovazione nelle industrie europee gli autori mettono in evidenza, in particolare, una relazione negativa tra uso intenso di lavoro temporaneo e innovazione di prodotto.

Il governo della non-élite: il New Deal di Franklin D. Roosevelt

Maurizio Franzini in occasione della nuova pubblicazione in Italia degli interventi e dei discorsi di F.D. Roosevelt propone, guardando anche al presente, una riflessione sul New Deal degli anni ’30. Franzini, dopo aver sottolineato l’inconciliabilità, nella visione di Roosevelt, tra ilpotere economico e i valori fondativi e costituzionali degli Stati Uniti, sostiene che da ciò discende la priorità assegnata alla reform rispetto alla recovery e nelle conclusioni delinea le ragioni del successo di questo eccezionale “governo per la non –élite”.

Comunicazione di servizio alle famiglie della provincia di Cuneo: studiare non serve

Marco Centra si occupa del recente consiglio del presidente della Confindustria della provincia di Cuneo alle famiglie: rinunciare all’istruzione superiore per i propri figli, per accrescere le loro opportunità nel mercato del lavoro. Centra sostiene, al contrario, che l’investimento in istruzione dà un rendimento nell’intero arco della vita e che, visto l’ancora elevato deficit di laureati e diplomati rispetto all’Europa, l’Italia si allontanerebbe sempre più dalla frontiera dello sviluppo tecnologico e produttivo se venisse disincentivata l’istruzione dei giovani.