Menabò n. 73/2017

In questo numero del Menabò  Di Nicola si occupa del bonus 80 euro, Petraglia entra nel merito della questione dei residui fiscali; Landini interviene nel dibattito sul declino del capitalismo italiano; Traino illustra i vantaggi della Carbon Tax; Mariani sintetizza i risultati di uno studio sulla disuguaglianza in Medio-Oriente; Mandrone e Proietti Pannunzi riflettono sul rapporto…

Amazon e il capitalismo senza profitti

Maurizio Franzini prende spunto dalla recente notizia secondo cui Bezos, CEO di Amazon, ha superato Bill Gates come uomo più ricco del mondo per riflettere sulla causa principale di questo sorpasso: il vertiginoso aumento del valore di Amazon in Borsa. Franzini dopo aver ricordato che esso sii è verificato in corrispondenza di profitti persistentemente molto bassi, si chiede cosa abbia reso possibile questa apparente anomalia e ipotizza che dietro di essa possa celarsi una nuova varietà di capitalismo: il capitalismo senza profitti.

Diritti e condizioni di salute dei “migranti forzati”

Luca Di Salvatore si occupa dei “migranti forzati” dal punto di vista della sanità. Di Salvatore dà conto delle condizioni di salute dei “migranti forzati” al loro arrivo in Italia; ricorda i diritti che il nostro ordinamento giuridico riconosce agli immigrati (regolari e irregolari) sotto il profilo dell’assistenza sanitaria e dell’accesso alle cure e, infine, illustra il funzionamento del sistema di accoglienza predisposto per i richiedenti asilo, nonché le sue criticità, e l’offerta sanitaria prevista nei vari centri governativi.

Le conseguenze del talento apparente

Emiliano Mandrone e Leonardo Proeitti Pannunzi affrontano la questione della formazione del capitale umano partendo dalle abilità e talenti posseduti a 13 anni. Dopo aver osservano che molte di queste attitudini vanno perse tra coloro che provengono dalle famiglie più povere, Mandrone e Proietti Pannunzi sottolineano che questa non è soltanto una forma di disuguaglianza ma anche un grande spreco per il Paese e concludono che per porvi rimedio occorre investire nell’istruzione soprattutto di chi proviene da un retroterra familiare e sociale debole.

Bonus 80 euro: facciamo il punto

Fernando Di Nicola esamina il “bonus 80 euro” e la modesta revisione di cui è stato oggetto nel recente DDL di Bilancio. Dopo aver messo in evidenza gli aspetti critici del bonus, in particolare quelli relativi ai suoi effetti redistributivi e all’altezza delle aliquote marginali, Di Nicola sostiene che essi si fanno più evidenti in occasione dei rinnovi contrattuali e conclude che, invece di tentare di correggere le disfunzioni del bonus, bisognerebbe prevederne il graduale assorbimento in un riformato sistema sistema tax-benefit.

Residui fiscali regionali: istruzioni per l’uso

Carmelo Petraglia esamina criticamente la tesi secondo cui le regioni settentrionali sarebbero vittima di un’ingiustizia fiscale e sostiene che i residui fiscali negativi del Mezzogiorno vanno ricondotti al dualismo territoriale che trasforma la redistribuzione interpersonale in redistribuzione interregionale. Secondo Petraglia, la scomoda verità di cui convincersi è che l’unica strada per rendere il Mezzogiorno meno dipendente dai flussi di finanza pubblica è la riduzione del suo divario di sviluppo nei confronti del Centro-Nord.

Metamorfosi istituzionale ed eterogeneità delle imprese: all’origine della bassa crescita italiana

Fabio Landini sostiene che la ridotta crescita dell’economia italiana dipende da un assetto istituzionale che combina forte concentrazione della proprietà delle imprese e sindacati deboli. In un quadro di apertura al commercio estero e moneta forte, tale assetto ha favorito due opposte strategie competitive: sfruttare la debolezza del sindacato per risparmiare sul costo del lavoro e limitare gli investimenti in efficienza; investire in innovazione e prodotti di qualità da esportare. La bassa crescita sarebbe l’effetto di queste opposte strategie.

Una bacchetta magica da 600 miliardi di dollari

Enrico Traino sostiene che la soluzione a problemi epocali come il riscaldamento globale e le migrazioni può venire dall’introduzione su scala globale di una tassa sui combustibili fossili (“Carbon Tax”). Traino spiega perché a suo parere questa tassa dovrebbe essere fissata a un livello più alto di quello consigliato dagli economisti e indica gli effetti che essa potrebbe avere sia direttamente sia indirettamente, attraverso l’impiego del gettito che permetterà di ottenere, sulla soluzione dei due problemi epocali.

La più diseguale regione del mondo? Il Medio-Oriente, secondo Piketty

Rama Dasi Mariani analizza una recente ricerca di Alvaredo, Assovad e Piketty diretta a misurare il livello della disuguaglianza economica nell’area Medio – Orientale considerata nel suo insieme. Mariani sintetizza la complessa metodologia utilizzata dagli autori per superare il problema della scarsità dei dati e della loro limitata comparabilità e illustra i principali risultati raggiunti; in particolare, quello forse più sorprendente: il Medio-Oriente sarebbe la regione del mondo con la più alta disuguaglianza nei redditi.