Menabò n. 64/2017

  In questo numero del Menabò Alleva e Cataldi-Romano si occupano di disuguaglianze, De Fiores della legge elettorale, Farina dell’Euro e della crisi Italiana, Paparella del ruolo del FMI nella ristrutturazione del debito greco, Fontanarosa del referendum nei luoghi di lavoro, Ricci del rapporto tra infrastrutture e disuguaglianze, Patriarca dell’”economia di mezzo”. Più in dettaglio,…

L’economia del mondo di mezzo

Roma, 16 Marzo 2017, Processo per Mafia Capitale, Salvatore Buzzi: “Signor presidente, col controesame io voglio dà una mano alla lotta alla corruzione in questo paese”. La Capitale è stata appena investita da un’ondata di vicende giudiziarie, Fabrizio Patriarca esaminando il materiale processuale prodotto da queste vicende, propone un’analisi economica del mondo di mezzo, inteso non come un magma piratesco e romanzabile che si muove tra potere e cittadini, ma come il complesso di istituzioni formali e non che regolano in Italia il rapporto tra pubblico e privato.

Il referendum sindacale, tra democrazia e rappresentanza

Francesca Fontanarosa esamina l’evoluzione del referendum nei luoghi di lavoro, a partire dalla disciplina di cui all’art. 21 St. lav., evidenziandone le principali criticità nel complesso rapporto con l’istituto della rappresentanza sindacale. Dopo aver ripercorso brevemente il ruolo che l’istituto del referendum sembra assumere nelle disposizioni degli ultimi accordi interconfederali, Fontanarosa avanza alcune considerazioni sulla recente consultazione dei lavoratori di Alitalia, che ha bocciato l’ipotesi di accordo stipulato dalle organizzazioni sindacali e dall’azienda.

Gli investimenti in infrastrutture riducono le disuguaglianze?

Chiara Ricci analizza un recente lavoro di Hopper, Peters e Pintus sulla correlazione tra la spesa per infrastrutture e la disuguaglianza dei redditi che utilizza dati longitudinali riferiti agli stati federati statunitensi nel periodo 1950-2010. I risultati, nonostante i limiti dell’analisi empirica proposta, offrono sostegno alla tesi che maggiori investimenti in infrastrutture favoriscono una riduzione delle disuguaglianze. Ricci conclude richiamando gli strumenti di policy indicati dagli autore per favorire il finanziamento delle opere infrastrutturali.

Da Corrado Gini ai nostri giorni: l’impegno dell’Istat nello studio della diseguaglianza

Giorgio Alleva, dopo aver ricordato il continuo impegno che, da sempre, l’Istat pone sullo studio delle disuguaglianze, richiama il recente avvio di un progetto strategico per lo sfruttamento integrato del sistema di indagini e delle fonti amministrative, in linea con il processo di modernizzazione che l’Istat ha avviato. Dopo aver anticipato alcuni dati sulla diseguaglianza e sull’effetto redistributivo sui redditi del 2016, Alleva conclude ricordando l’inclusione degli indicatori di benessere equo e sostenibile tra gli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica nazionale.

La legge elettorale e il mito della governabilità

Claudio De Fiores esamina i problemi connessi con la riforma della legge elettorale, evidenziando, in primis, come la sentenza n.35/2017 della Corte costituzionale, sia pure condivisibile, non abbia esaurito tutti i problemi che ostacolano il perseguimento di una disciplina elettorale scevra dalla contingenza storica. De Fiores quindi ripercorre le tappe politiche che hanno condotto all’emersione del “dogma della governabilità” e sottolinea la necessità, all’opposto, di preservare la dimensione inclusiva dei sistemi elettorali.

La disuguaglianza è una scelta politica

Alessandra Cataldi e Eleonora Romano sintetizzano la lezione che il premio Nobel Joseph Stiglitz ha tenuto in occasione della prima lezione Tarantelli sul tema “Disuguaglianze e rendite”. Dopo aver presentato alcuni dati relativi alla crescita imperiosa delle disuguaglianze negli Stati Uniti e in Europa, Stiglitz ha ragionato sulle cause di questa crescita, sottolineando come essa non sia dipesa da “leggi economiche naturali”, ma, piuttosto, da deliberate scelte di politica economica che hanno favorito l’accumularsi di rendite ingiustificate.

Il lungo sonno dell’Italia e dell’Eurozona/1

Francesco Farina in un articolo di cui su questo numero pubblichiamo la prima parte riflette sul dibattito economico che in Italia vede una contrapposizione fra chi dà tutte le colpe della deprecabile condizione del paese all’Euro e chi replica che i responsabili del declino italiano siamo solo noi. Farina sostiene che bisognerebbe riconoscere che la crisi dell’Eurozona si è sovrapposta alla crisi dell’economia italiana, e che l’austerità è stata una sciagura che ha aggravato l’impasse della nostra crescita, accentuando i fenomeni di isteresi.

Qualche nota su G7 di Bari, Fondo monetario internazionale, Grecia e “levantazzo”

Elena Paparella mette in luce una delle questioni emerse durante il recente vertice del G7 di Bari, ovvero le negoziazioni, condotte a latere dei temi principali, sulla ristrutturazione del debito greco. Al di là delle profonde divergenze tra governo tedesco e FMI, Paparella sottolinea, ancora una volta, la dubbia legittimazione del ruolo e della collocazione istituzionale del FMI in questi negoziati, ricercandone le ragioni nel quadro dell’evoluzione del diritto internazionale, nonché delle progressive mutazioni relative alla natura delle funzioni del FMI nello scenario delle relazioni economiche internazionali.