Il Sud è rimasto indietro ma è anche andato avanti

Nel suo ultimo libro, “La questione. Come liberare la storia del Mezzogiorno dagli stereotipi”, appena uscito da Donzelli, Salvatore Lupo ricostruisce la storia della questione meridionale tra l’ultimo quarto dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento e sottolinea che questa grande discussione sul dualismo con la sua enfasi sul progressivo divario Nord-Sud tende ad occultare i termini di uno sviluppo (macro) regionale realizzatosi anche al Sud – lasciandolo, per così dire, privo di una storia collocabile nei parametri della modernità – nonché le caratteristiche della storia regionale propriamente detta, profondamente differenziata sia al Sud che al Nord. L’idea-base è che la grande questione del dualismo per alcuni aspetti illumini il ruolo del Sud nella storia d’Italia, ma per altri ne occulti i caratteri dinamici, e a loro modo moderni. Quelle che seguono sono le prime pagine dell’Introduzione al libro di Lupo.

L’integrazione degli immigrati in Europa: a che punto siamo?

Marilena Giannetti fa il punto sul processo di integrazione degli immigrati in Europa sulla base di un recente Rapporto congiunto dell’OCSE e della Commissione Europea. I risultati che emergono sono piuttosto variegati tra i diversi paesi ma la gran parte degli indicatori utilizzati nel Rapporto fornisce risultati peggiori per gli immigrati rispetto alla popolazione nativa. Giannetti sottolinea però che questo gap tende a diminuire con il prolungarsi della permanenza degli immigrati nel paese di destinazione.

Migrazioni interne: un Rapporto annuale e l’esigenza di nuove ricerche

Michele Colucci e Stefano Gallo si concentrano sul tema delle migrazioni interne all’Italia e descrivono i contenuti dei primi due Rapporti di ricerca sul tema condotti da ricercatori di diverse discipline. Essi segnalano che in Italia si assiste a una riorganizzazione dei flussi migratori interni: i trascinatori della mobilità interna sono i cittadini stranieri; le regioni maggiormente attrattive sono l’Emilia Romagna e il Trentino, e la regione con la più consistente emigrazione verso le altre aree del paese è la Campania.

La nuova frontiera del precariato: i buoni lavoro

Marta Fana descrive l’evoluzione normativa e le evidenze disponibili sul sistema dei buoni lavoro (i voucher). Fana sottolinea che le riforme del mercato del lavoro hanno costantemente liberalizzato il lavoro accessorio fino ad estenderlo a tutti i settori e ricorda che il Jobs Act ha aumentato i massimali di reddito percepibili. Esaminando i dati Fana documenta la crescita esplosiva dell’uso dei voucher: soltanto nel 2015 ne sono stati venduti più di 71 milioni e i lavoratori, soprattutto giovani, interessati da questa nuova forma di lavoro precario, sono oltre un milione.

L’Olimpo dei super-ricchi è sempre più affollato

Teresa Barbieri e Francesco Bloise analizzano l’annuale lista dei miliardari globale stilata dalla rivista Forbes e dopo aver sottolineato che l’esercito dei super-ricchi è in continua crescita, si interrogano sul modo in cui queste ricchezze sono state accumulate. A questo scopo, Barbieri e Bloise utilizzano l’ indice proposto da Forbes per cogliere in che misura i super-ricchi “si sono fatti da sé”. Valutando criticamente questo indice, Barbieri e Bloise suggeriscono che la parabola del self-made man possa non bastare per ritenere socialmente accettabili ricchezze così ingenti.

Le conseguenze territoriali dell’austerità disuguale

Gianfranco Viesti dopo avere ricordato che l’austerità non è uguale per tutti si sofferma sugli effetti che le politiche pubbliche hanno avuto sulle diverse aree del paese. Sulla base principalmente di un’analisi dei dati relativi al “residuo fiscale” Viesti sostiene che l’austerità ha colpito in modo particolare l’area più debole del paese e cioè il Mezzogiorno. Sulla base di questi risultati Viesti invita a una rinnovata riflessione sulle conseguenze anche di lungo periodo delle scelte di politica economica.

Assicurazione europea contro la disoccupazione e stabilizzazione macroeconomica

Andrea Brandolini, Francesca Carta e Francesco D’Amuri sostengono che anche all’interno degli assetti attuali dell’Unione europea, è possibile concepire un istituto di assicurazione europea contro la disoccupazione che, da un lato, abbia una funzione di stabilizzazione macroeconomica e, dall’altro, eviti una redistribuzione persistente di risorse dalle economie più competitive verso quelle strutturalmente più deboli. Secondo gli autori, se ben congegnato, questo istituto rappresenterebbe un meccanismo di solidarietà tangibile tra i cittadini europei.

In saecula saeculorum: la mobilità intergenerazionale nel lunghissimo periodo

Guglielmo Barone e Sauro Mocetti, basandosi su un loro più ampio studio, criticano una delle conclusioni degli studi sulla mobilità intergenerazionale e cioè che la correlazione tra ascendenti e discendenti tende a svanire con il passare delle generazioni anche se è positiva tra genitori e figli. Essi, infatti, documentano la sorprendente esistenza di tracce di ereditarietà socioeconomica tra i contribuenti di Firenze e i loro antenati del ‘400 e sostengono che ciò rende necessaria una nuova riflessione sui meccanismi della trasmissione intergenerazionale.

Nuove Linee Guida e vecchi problemi: la legge n. 40/2004, sulla Procreazione medicalmente assistita, fra modifiche giurisprudenziali, inadempienze statali e iniziative regionali

Francesca Angelini fa il punto sulla Procreazione Medicalmente Assistita, all’indomani dell’adozione, nello scorso mese di luglio, delle nuove Linee Guida sulla legge. In particolare, Angelini mette in evidenza le rilevanti lacune che ancora permangono nella disciplina, nonché le notevoli difficoltà dovute al mancato inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza della PMA. Secondo Angelini ciò ha favorito l’affermarsi di uno spinto federalismo sanitario che ha messo in discussione la garanzia di unitarietà delle relative prestazioni.