I governi son tutti uguali? Ciclo politico e tax compliance in Italia fra il 1996 e il 2005

Fantozzi e Raitano indagano le determinanti della tax compliance dei contribuenti italiani e, concentrandosi sul periodo 1996-2005, l’unico nella storia della Repubblica italiana caratterizzato da un effettivo ciclo politico, verificano l’effetto sulla tax compliance generato dal passaggio di Governo dal centro-sinistra al centro-destra, che si caratterizzava per un atteggiamento meno aggressivo nel contrasto all’evasione. Gli autori rilevano una significativa riduzione del reddito dichiarato dagli autonomi negli anni di governo della coalizione di centro-destra.

L’uscita dall’euro: perché non è centrata l’analisi di Rodano

Salvatore Biasco, in un articolo di cui qui pubblichiamo la prima parte, esamina l’analisi di Giorgio Rodano (Menabò n. 26) sulle conseguenze dell’uscita dall’euro e sostiene che essa non tiene conto dei mercati finanziari e dei danni patrimoniali che si avrebbero, dai quali potrebbe derivare anche il crollo del sistema bancario. Inoltre, Biasco ritiene poco appropriata un’analisi statica perché non può esaminare sequenzialmente e in modo dinamico gli eventi innescati dall’uscita dall’euro che potrebbero investire anche l’economia mondiale.

Se la crisi della Ue è istituzionale…

Paolo De Ioanna partendo dall’osservazione che vi è largo consenso sulla natura intimamente istituzionale della crisi in atto nella UE sostiene che occorre indagare più a fondo sulle radici e gli sviluppi delle contraddizioni istituzionali e sulla necessità di ridisegnare le linee di forza per un nuovo focus istituzionale che poggi su una graduale ma nitida revisione dei Trattati. Secondo De Ioanna aprire questo cantiere è urgente per costruire una concreta prospettiva politica fondata su un nucleo di istituti federali e sulla forza della democrazia.

Le aree interne della Sicilia tra marginalità e nuovi fenomeni migratori

Claudio Novembre documenta come le aree interne della Sicilia, non diversamente da altre aree interne del Mezzogiorno, siano sempre più schiacciate tra marginalità, intesa non solo come lontananza da servizi e funzioni vitali ma anche come carenza di opportunità di lavoro e di vita, e nuovi fenomeni migratori che interessano soprattutto giovani con buona formazione scolastica, di cui quasi la metà è donna. Novembre ricorda che il fenomeno riguarda soprattutto i comuni sotto i 5.000 abitanti e formula alcune proposte di intervento.

Obamacare: una sfida ancora aperta?

Cinzia Di Novi si occupa dell’Affordable Care Act, la cosiddetta Obamacare, che dopo un lungo periodo di gestazione ha permesso agli Stati Uniti di realizzare una prima forma di tutela pubblica dell’assistenza sanitaria per il complesso dei cittadini. La strada per realizzare tale misura, tuttavia, continua a essere molto tormentata. Dopo una descrizione delle caratteristiche principali della riforma, Di Novi illustra le principali sfide vinte e quelle che rimangono da affrontare.

L’Output Gap non è uno solo. Le stime della Commissione Europea e quelle dell’OCSE

Carmelo Pierpaolo Parello e Diletta Colocci richiamano l’attenzione sull’Output Gap, la differenza tra la crescita effettivamente realizzata e quella potenziale, nella definizione dei saldi strutturali di bilancio. I due autori, in particolare, si soffermano sulle differenze tra i metodi di stima di tale grandezza correntemente utilizzati dalla Commissione europea e dall’OCSE; queste, infatti, comportano valori stimati diversi, con rilevanti implicazioni sull’aggiustamento strutturale richiesto in sede europea e sulla valutazione del rispetto del Patto di Stabilità e Crescita.

La disuguaglianza fa male alla crescita: l’analisi dell’OCSE

Claudia Vittori si occupa del rapporto tra disuguaglianza e crescita esaminando i risultati a cui perviene l’OCSE nel suo recente studio sulla disuguaglianza. Dopo aver ricordato qual è lo stato dell’arte, Vittori illustra l’analisi econometrica condotta dall’OCSE da cui risulta che la disuguaglianza frena la crescita. La spiegazione è che la disuguaglianza è nemica dell’accumulazione di capitale umano diversamente da quanto pensano coloro che considerano – spesso senza prove – la disuguaglianza un potente incentivo favorevole alla crescita.

Contribuire al reddito familiare con guadagni secondari? Le scelte di lavoro delle donne e le politiche fiscali in Europa

Alina Verashchagina riassume i risultati di un’ampia ricerca sui cosiddetti “guadagni secondari” in Europa, cioè sui redditi da lavoro apportati dalle donne al bilancio familiare e che sono di entità inferiore a quelli degli uomini. Verashchagina illustra gli effetti dei trattamenti fiscali e dei costi per la cura dei figli sulla decisione delle donne di “accontentarsi” di un “guadagno secondario” sul mercato del lavoro e sottolinea l’importanza della conoscenza di questi effetti per migliorare il disegno delle politiche dell’occupazione femminile.

Spesa pubblica e crescita economica

Gianluigi Nocella, nella scheda che pubblichiamo nuovamente sul Menabò, affronta una questione cruciale, spesso al centro di accesi dibattuti ma tutt’altro che semplice: l’influenza della spesa pubblica sulla crescita economica. Dopo aver ricordato i limiti di molte analisi empiriche di questa relazione, Nocella esamina attentamente alcuni dati e presenta diverse correlazioni che aiutano a comprendere l’effettiva influenza spesa pubblica sulla crescita.