Varoufakis vs Piketty ovvero la disuguaglianza e i suoi nemici

Maurizio Franzini dedica il “Contrappunto” a un articolo scritto da Varoufakis poco prima di diventare ministro delle Finanze nel nuovo governo greco, nel quale egli muove a Piketty l’accusa di essere, al di là delle apparenze, un nemico dell’egualitarismo. Franzini, dopo avere ricordato quali sono state le reazioni dei veri avversari dell’egualitarismo al libro di Piketty esamina gli argomenti con cui Varoufakis motiva la sua provocatoria tesi e si chiede se essi abbiano un fondamento.

Studenti e acrobati: la scuola dove nasce il futuro del circo

Martina Bacigalupi si occupa di un problema circoscritto ma rilevante: la scolarizzazione dei figli di famiglie itineranti come quelle del circo. Dopo avere ricordato le carenze della legislazione europea rispetto a questo problema, Bacigalupi illustra la risposta fornita dall’Accademia d’Arte Circense di Verona che, esempio unico a livello europeo, permette ai giovani circensi di formarsi come artisti e, allo stesso tempo, di acquisire le conoscenze e le competenze minime per non essere esclusi da una futura vita stanziale.

La sfida di Obama alle disuguaglianze e… al Congresso

Ruggero Paladini esamina dal punto di vista della riduzione delle disuguaglianze la legge finanziaria per il 2016 proposta da Obama e mostra come essa preveda vari interventi popolari ai quali, in un periodo elettorale, non sarà facile per i repubblicani opporsi. Paladini considera che un ostacolo potrebbe essere rappresentato dalla già alta progressività del sistema fiscale USA, maggiore di quella europea, ma ritiene che la crescente concentrazione del reddito in atto negli USA non consentano di giustificare le eventuali reazioni dei più ricchi

Menabò n. 16/2015

Negli articoli proposti in questo numero del Menabò, Paladini si occupa delle proposte di Obama per ridurre le disuguaglianze negli Stati Uniti; Giubboni indica perché il Jobs Act può entrare in tensione con alcuni principi costituzionali; Basili offre una spiegazione dei successi economici tedeschi diversa da quella prevalente; Costa e Morra illustrano estensione e caratteristiche…

Il contratto a tutele crescenti e la Costituzione

Stefano Giubboni osserva che il contratto a tutele crescenti contenuto nello schema di decreto legislativo trasmesso dal Governo alle Camere il 24 dicembre, caratterizzandosi soprattutto per la riduzione delle garanzie contro i licenziamenti ingiustificati prevista per i nuovi assunti, è ben diverso da quello che era trapelato nelle prime discussioni sul Jobs Act. Partendo da queste considerazioni Giubboni sostiene che tra il contratto proposto dal governo e i principi costituzionali vi sono molteplici tensioni

L’insospettabile outlier d’Europa

Marcello Basili, mentre Angela Merkel sembra riscuotere importanti successi politici a livello internazionale, si chiede se alle sue spalle ci sia veramente il paese delle meraviglie da molti celebrato. Presentando numerosi dati, Basili sostiene che essi raccontano una storia dei successi tedeschi diversa da quella che più frequentemente circola e chiariscono quale sia il presupposto, irripetibile e irriproducibile, dell’imponente attivo commerciale tedesco e dello spiazzamento dei competitor continentali come Francia e Italia

Ricchi e poveri di salute: la situazione italiana

Giuseppe Costa e Michele Marra, attingendo a un recente Libro Bianco sul tema, si occupano di disuguaglianze di salute sottolineando che esse sono un problema per la sanità, per gli effetti sulla mortalità ; sono un problema sociale, poiché colpiscono le fasce di popolazione più svantaggiate e, infine, un problema economico, date le ingenti risorse richieste per farvi fronte. I due autori, anche richiamando la variabilità delle disuguaglianze di salute nel tempo e nello spazio, sostengono, però, che esse non sono inevitabili

Il Partito nella Rete. Prove tecniche di connessione alla partecipazione pulviscolare

Cristopher Cepernich si chiede come Internet stia trasformando le organizzazioni politiche e le forme di partecipazione e sottolinea che la Network Society da un lato obbliga i partiti a ripensarsi in termini di re-intermediazione nelle relazioni con i cittadini e a rinunciare al monopolio della politica istituzionale e, dall’altro, lungi dall’essere la causa della crisi dei partiti, offre a questi ultimi la possibilità di uscire dal loro attuale stato di debolezza, come mostrano varie esperienze, a iniziare da quella di Obama nelle elezioni del 2008